“Nonostante le proteste, lo sciopero di un mese fa e le rassicurazioni date alla Regione dai dirigenti, secondo i quali i tre licenziamenti di ottobre erano una 'operazione chirurgica', la riduzione del personale alla Rifle di Barberino di Mugello continua a ritmo serrato. Venerdì scorso, 10 novembre, a soltanto un mese di distanza, sono stati licenziati altri due lavoratori. E anche in questo caso – come a ottobre – le lettere sono state consegnate senza preavviso alle due persone coinvolte”. Lo affermano in una nota Filctem Cgil e Femca Cisl del capoluogo toscano. Per sindacati, non sono soltanto i licenziamenti a gravare sui lavoratori. “Oltre alla riduzione di cinque posti di lavoro, numero che potrebbe essere ancora parziale, l'azienda ha richiesto a molte lavoratrici di accettare una riduzione dell'orario”.

“Sappiamo – prosegue la nota – che tutto ciò comporta pesanti conseguenze sulle situazioni familiari di chi li subisce, e allora ci chiediamo come mai non si è scelto l'utilizzo degli ammortizzatori sociali. Si può adottare il contratto di solidarietà oppure la cassa integrazione straordinaria per crisi, che consentirebbero all'azienda la necessaria riduzione dei costi e ai lavoratori di riorganizzare le proprie famiglie. Nei prossimi giorni – concludono Filctem e Femca – organizzeremo un'altra assemblea sindacale e chiederemo nuovamente la convocazione dell'unità di crisi lavoro della Regione. Ci riserviamo nuove forme di lotta che decideremo insieme ai lavoratori”.