È partita nei giorni scorsi l’offensiva di Federmeccanica, l’associazione delle imprese metalmeccaniche aderenti a Confindustria, in difesa dell’alternanza scuola-lavoro come riordinata dalla Legge 107. Le proposte sono molto semplici: mantenimento del numero di ore previste nei tecnici e nei professionali (400 ore nel triennio), riconoscimento di un credito di imposta per le spese fatte dalle aziende coinvolte nell’alternanza. Insomma al meglio Federmeccanica intende l’alternanza come strumento di inserimento nel mercato del lavoro.
Per la Flc Cgil "non è così. Ribadiamo che l’alternanza è una metodologia didattica che contribuisce alla formazione integrale del cittadino - precisa il sindacato della conoscenza - nella quale la dimensione dell’esperienza in contesti reali come quelli lavorativi è importante. Ma non è strumento di addestramento al lavoro. Anche noi vogliamo ripensarla ma per ragioni opposte a quelle di Federmeccanica", aggiunge la Flc.
Per il sindacato "non si tratta della semplice riduzione delle ore. Nella legge di bilancio chiediamo che venga finalmente ripristinata la piena responsabilità delle istituzioni scolastiche nella progettazione, attuazione e valutazione dei percorsi in alternanza, che venga resa obbligatoria l’adesione ad un codice etico da parte dei soggetti ospitanti, che vengano eliminate definitivamente le norme che riguardano l’obbligo di frequenza per l’accesso agli esami di stato. E che a fronte di una vera autonomia progettuale si investano più risorse e non meno a supporto di chi è impegnato nella costruzione dei percorsi di alternanza".
La Flc Cgil "continuerà in questa battaglia a fianco delle lavoratrici e dei lavoratori della scuola e delle studentesse e degli studenti", conclude la nota del sindacato.