PHOTO
I sindacati dei metalmeccanici chiedono un "incontro urgente" alla presidenza del Consiglio sulla questione Alstom-General Electric.
La chiusura dell'acquisizione tra il colosso americano General Electric e il polo energetico del gruppo francese Alstom - scrive la Fiom - approvata dal governo Francese, di cui è stata data notizia nei giorni scorsi, aprirà scenari nuovi anche per l'Italia? Al momento non ci sono dichiarazioni ufficiali da parte di esponenti istituzionali italiani.
Per questo motivo Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm Uil gruppo Alstom hanno scritto alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e al Sottosegretario Graziano Del Rio, "chiedendo di convocare un incontro urgente al fine di capire, a seguito dell'accordo, 'eventuali ricadute societarie e produttive oltre che occupazionali del gruppo Alstom in Italia e al fine da poter apprendere sia le decisioni prese in ambito societario e le conseguenze strutturali sui settori e sugli stabilimenti del gruppo a partire dall'Italia".
L'esecutivo del presidente Francois Hollande, prosegue la Fiom, tutelando gli interessi transalpini, "si è schierato a favore dell’alleanza con gli americani, di fatto dando il via libera alla cessione di pezzi del settore Transportation, all’acquisto del settore “power and grid” di Alstom da parte di GE, condizionando di fatto l'accordo e facendo pendere il piatto della bilancia su General Electric, a discapito dell'offerta presentata da Siemens-Mitsubishi".
"Il governo italiano, così prodigo di dichiarazioni in altri settori, è rimasto invece del tutto silente, ma GE ha oltre 10mila dipendenti in Italia, mentre Alstom ne conta intorno a 3mila: dovrà essere peretanto valutato l'impatto di una operazione molto rilevante dal punto di vista finanziario e occupazionale, con possibili ripercussioni anche sul nostro territorio", afferma Mirco Rota, coordinatore nazionale Fiom Cgil Gruppo Alstom.
"Alstom e GE si occupano di due settori strategici per il paese energia, centrali e trasporti. Rischiare di perdere esperienze tecnologie e occupazioni in questo settore porterebbe il paese in una situazione economica e di prospettiva ancora più debole e preoccupante. Serpeggia una certa preoccupazione infatti e, per esperienza, vogliamo vederci chiaro nonché investire le istituzioni preposte della questione, segnatamente la presidenza del Consiglio. Come parti sociali ci sembra il modo migliore per capire il livello di informazione rispetto alla vicenda", conclude Rota.