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"Sul concetto di modernità si sono confrontati fior di pensatori sino ad oggi, e anche l’ad di Almaviva non si è voluto sottrarre. Dalla sua lettera a 'Il Mattino' di Napoli, purtroppo, però, non si evidenzia a pieno la portata della proposta innovativa che dovrebbe contribuire a portare Almaviva verso l'uscita dalla crisi. Il responsabile aziendale si limita ad accennare all'eventualità di aprire a forme di partecipazione alle gestione democratica dell'azienda. Nulla dice del 'gettone d'ingresso' che dovrebbero mettere i lavoratori di Almaviva per accedere al futuro: un accordo sull'abbassamento del costo del lavoro (salario) per creare le condizioni per un presunto rilancio aziendale". È quanto afferma in una nota la segreteria nazionale di Slc Cgil a proposito della vertenza Almaviva.
"Noi continuiamo a pensare che in questa proposta non ci sia nulla di moderno e innovativo ma che, anzi, sia l'espressione di un'idea vecchia e perdente, unicamente incentrata sul taglio dei costi e incapace di competere sul versante degli investimenti, a partire da quello sulle risorse umane, vero asset fondamentale per un'azienda di customer care. Si limita a prendere atto delle condizioni di mercato, contraddistinto da folli dinamiche di ribasso dei prezzi, e adatta il costo del lavoro ai ribassi stessi. Accettare tale modello significherebbe semplicemente condannare questa professione a ritornare a una condizione di subalternità e precarietà", continua il comunicato sindacale.
"Ribaltare sui lavoratori colpe non loro, anni di mancati impegni delle istituzioni, non è una soluzione. In questi anni il mondo dei customer è diventato una sorta di 'terreno franco' per le grandi committenze che hanno scaricato sul segmento più debole della filiera buona parte del peso della crisi e del calo dei ricavi. Mentre in queste ore le istituzioni parlano di provvedimenti legislativi contro il massimo ribasso, pensare un'operazione, come quella profilata dall'azienda, che messaggio darebbe a tutto il settore? Che senso avrebbe? Il concetto di modernità che traspare dal modello che Almaviva propone da più di due anni a noi sembra, in realtà, ripercorrere strade molto antiche, soluzioni travestite da modernità, che ricordano invece modelli di un'organizzazione del lavoro vecchia di decenni, che mal si concilia con le sfide che la tecnologia pone a un settore di avanguardia, come dovrebbe essere quello delle telecomunicazioni", aggiunge la Cgil delle tlc.
"Sino ad oggi, i lavoratori e le lavoratrici del gruppo hanno pagato un prezzo molto alto per accordi sugli ammortizzatori sociali, attivati nella convinzione che interventi legislativi avrebbero posto rimedio alle storture che stanno condannando aziende come Almaviva a un declino che pare inarrestabile. È da questi interventi che passa il rilancio dell'azienda e del settore. Assecondare la patologia non sposterà di una virgola le cose, anzi. Se davvero l'azienda vuole continuare a credere nel proprio futuro, ritiri la procedura e faccia in modo che tutte le energie dei prossimi 12 mesi vengano concentrate nel pretendere che siano realizzati finalmente interventi a difesa del settore. Solo questa è la scommessa sul futuro, sul cambiamento", conclude la sigla.