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L’analisi della situazione occupazionale di Almaviva Palermo è stata oggi, 6 novembre, al centro di un incontro presso la sede del ministero del Lavoro. Erano presenti al tavolo i sottosegretari Steni Di Piazza per il ministero del Lavoro, Alessandra Todde per il Mise, il capo di gabinetto del ministero per il Sud e l’assessora Giovanna Marano per il Comune di Palermo. Preliminarmente, l'azienda ha rappresentato al tavolo il quadro attuale, partendo dalla verifica fatta con i principali committenti, disponibili ad attivare tavoli di confronto su tariffe e volumi.
“Il quadro rappresentato – dichiarano in una nota unitaria i segretari Maurizio Rosso, Slc Cgil Palermo, Eliana Puma, Fistel Cisl, Giuseppe Tumminia, Uilcom Uil, Aldo Li Vecchi dell’Ugl tlc – è più drammatico di quello prospettato appena un mese fa in sede ministeriale. Da Tim non sono pervenuti riscontri precisi, ma da Wind sono arrivate risposte negative, sia sulle tariffe che sui volumi, e tale riscontro potrebbe rendere insostenibile la prosecuzione del rapporto commerciale con questo committente”.
Almaviva ha precisato che in un simile scenario sarebbe compromessa la sussistenza dell’intero sito produttivo di Palermo. “Le organizzazioni sindacali – aggiunge la nota – hanno ribadito in maniera perentoria e inderogabile che non è più differibile il coinvolgimento dei committenti nel percorso ministeriale avviato. La tenuta sociale diventa prioritaria attraverso il ripristino di regole certe su tariffe, delocalizzazione e rispetto dei contratti”.
I sindacati hanno chiesto al governo un impegno forte per il recupero del credito di 14 milioni che Almaviva vanta verso Alitalia. Il governo ha raccolto l’invito a intervenire a breve sulle committenze, sia per i volumi che per la parte creditoria e, fatti i passaggi istituzionali, convocherà nuovamente le parti al tavolo entro il 6 dicembre.
“Dopo otto anni di sacrifici, ammortizzatori sociali, deroghe contrattuali – dicono Rosso, Puma, Tumminia e Li Vecchi – rivendichiamo atti concreti, affinché ci possa essere la costruzione di una politica industriale di questo settore, fondamentale nel mondo dei servizi. Palermo non può permettersi un disastro occupazionale di questa portata, che metterebbe in ginocchio l’intero tessuto economico della città”.