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“Irricevibile”. Così la Slc Cgil Palermo giudica la proposta di esodo incentivato per i lavoratori di Almaviva avanzata dall'azienda al tavolo con le istituzioni, che si è tenuto fino all'alba di oggi (mercoledì 27 giugno) presso l'assessorato regionale al Lavoro. “L'accordo sull'esodo è appeso al rinnovo delle commesse e al numero degli esuberi che si conteranno nel febbraio 2019, quando finirà il percorso degli ammortizzatori sociali”, spiega il segretario territoriale Maurizio Rosso: “Al momento non c'è certezza neanche sulla cifra che ogni lavoratore riceverà come incentivo all'esodo. La strada intrapresa ci sembra solo quella di precarizzare sempre più il lavoro”.
La trattativa si è svolta su tavoli separati, con la Slc Cgil convocata da sola, su richiesta di Fistel Cisl, Uilcom Uil e Ugl nell'ultimo incontro del 18 giugno scorso. Alla discussione odierna non hanno preso parte le Rsu. “Siamo sbigottiti e allarmati”, precisa Rosso: “Per noi il collegio Rsu, votato da tutti i lavoratori, rimane l'unico organismo legittimato a prendere decisioni su fatti così importanti. Almaviva, con un escamotage bizzarro, ostacola una discussione democratica sul futuro dei lavoratori. Oltre a tutti i tagli sul personale, riscontriamo una mancanza di rispetto delle regole e della democrazia”.
Il segretario della Slc Cgil Palermo Maurizio Rosso sottolinea che “adesso non si può sapere se resteranno 200 full time equivalenti od oltre. L'azienda galleggia e non ha alcuna prospettiva di investimento. Per di più ha detto che l'accordo avrà validità solo se i committenti rinnovano le commesse. Questo vuol dire che è inutile siglare oggi un accordo perché siamo ancorati a una speranza? È questo l'investimento che l'azienda vuole fare?”. La richiesta della Slc è di “intraprendere un percorso serio con le istituzioni politiche e con i sindacati per un progetto industriale solido per il futuro”. Maurizio Rosso sottolinea anche “che Almaviva sta aprendo un nuovo insediamento in Trentino per le smart factory: un polo hi-tech per coinvolgere gli enti pubblici, i centri di ricerca, le piccole, medie e grandi aziende per fare innovazione tecnologica e operare in un contesto di forte sinergia, lavorando a programmi di ricerca territoriali e coinvolgendo esperienze locali per progetti di valenza nazionale. Questo è il tipo di investimento che da tempo chiediamo ad Almaviva anche in Sicilia”.
Al centro della trattativa sono i circa 700 esuberi strutturali (su 3.400 operatori) stimati da Almaviva, la concessione degli esodi incentivati e le misure di riqualificazione professionale del personale. “Dopo aver disatteso l'accordo del 23 maggio 2017, approvato con un referendum da oltre l'80 per cento dei lavoratori, stanno cercando di isolare l'unica sigla sindacale, la Slc Cgil, che finora ha chiesto il rispetto di quell'accordo dicendo 'no' a un ulteriore taglio degli stipendi, all'applicazione dell'ammortizzatore sociale con percentuali alte e al controllo individuale”, prosegue Rosso.
Il sindacato di categoria della Cgil chiede di discutere tutti i punti e i temi della nuova ipotesi d’intesa, dopo che il precedente accordo “è stato nei fatti già smentito”. L'accordo del 23 maggio di un anno fa prevedeva, già a partire dal 1° giugno, un mix di misure: esodo incentivato, contratto di secondo livello, formazione, 100 postazioni diinformation technology, consolidamento del lavoro e del salario. “Almaviva, disattendendolo, con la scure dei licenziamenti e della societarizzazione ha strappato un taglio agli stipendi, con la firma di Cisl, Uil e Ugl”, argomenta il segretario territoriale Slc: “Questo è l'unico dato oggettivo, con l'aggravante di un'ipotesi di accordo già firmata da Cisl, Uil e Ugl sul controllo individuale”.
Entrando nel merito dell’accordo, la Slc sottolinea come “siano stati brutalmente smentiti e disattesi” quattro degli impegni “inderogabili” assunti da Almaviva. “Non ha mai portato a Palermo le postazioni di information technology e non ha ancora affrontato la contrattazione di secondo livello”, rimarca Rosso: “La società, inoltre, è stata autorizzata a tagliare per altri due mesi, con la proroga accordata dagli altri sindacati, gli stipendi ai lavoratori. E ha prolungato di sei mesi l'ammortizzatore sociale, quando era già sancita la scadenza a giugno 2018”. La Slc, in conclusione, ribadisce che “oggi più che mai c'è bisogno di aziende che investano radicandosi sul territorio e consolidando il lavoro, e che non usino la nostra isola e i lavoratori per una mera logica di interessi economici per poi abbandonarli al loro destino”.