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"La vertenza Almaviva si è conclusa con il licenziamento dei 1.666 lavoratori della sede di Roma (il più grande licenziamento collettivo degli ultimi quarant’anni) e un vergognoso accordo per gli oltre 800 dipendenti del sito di Napoli. Un accordo che, per salvaguardare l’occupazione, prevede la perdita del Tfr (istituito nel nostro Paese nel 1927) e la rinuncia agli scatti di anzianità, con una decurtazione del salario di oltre il 12%". Lo scrivono il segretario generale della Cgil di Roma e del Lazio, Michele Azzola, e il segretario generale della Slc di Roma e del Lazio, Riccardo Saccone, in una lettera aperta al presidente del Consiglio, al ministro del Lavoro, al ministro e al vice ministro dello Sviluppo economico, ai presidenti delle commissioni Lavoro e ai presidenti dei gruppi parlamentari di Camera e Senato.
Nella lettera, dopo aver ricostruito la cronistoria della vicenda, Cgil e Slc di Roma e Lazio chiedono al governo di "fornire chiarimenti, a nostro giudizio, non più rinviabili". "Esiste - domanda il sindacato - una relazione tra la chiusura dell’accordo del maggio 2016, privo di riferimenti industriali e che riduceva temporalmente il ricorso agli ammortizzatori sociali, e la decisione di una società riconducibile all’area di influenza dell'esecutivo stesso di acquisire quote di partecipazione di una controllata di Almaviva? Perché si è scelto di acquisire quote di azioni di un call center brasiliano? Come mai, a differenza di tutti gli altri investimenti realizzati da Simest, l’investimento su AlmavivA do Brasil non è stato pubblicizzato sul sito, avendone avuto notizia solo grazie ai media brasiliani? Visto l’esiguo capitale sociale di AlmavivA do Brasil, com'è stata fatta la valutazione sul prezzo di 15 milioni per il 5% del pacchetto azionario? È normale che il governo, tramite azienda controllata, decida di acquisire partecipazioni azionarie di aziende che in Italia hanno licenziato 1.666 persone e portato il salario di altri 800 sotto la soglia fissata dalla legge? Le commesse pubbliche che operavano nei siti di Roma e Napoli hanno autorizzato Almaviva a spostare le attività in altri siti: l'esecutivo ne era a conoscenza e ha autorizzato il trasferimento? Nella gestione della vertenza ci sono stati conflitti d'interesse che hanno messo il governo nella condizione di non poter svolgere nel migliore dei modi il proprio ruolo?".
"Il modo scandaloso in cui si è conclusa la vertenza e il dramma che stanno vivendo i lavoratori esigono chiarezza e trasparenza - conclude la lettera di Cgil e Slc di Roma e Lazio - Pertanto, chiediamo al governo di rispondere ai nostri quesiti in tempi brevi".