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Un "quadro sconfortante e di assoluta indeterminatezza" delinea lo stato in cui versano Province e Città metropolitane, oramai al collasso, a due anni e mezzo dall'approvazione della legge Delrio e a pochi giorni dall'esito referendario. È quanto si legge in una nota della Fp Cgil nazionale in merito all'appello lanciato dall'Upi (Unione province italiane) al presidente della Repubblica Mattarella sullo stato in cui versano le Province.
Questi enti, spiega la Funzione pubblica Cgil, “come rilevato dalla stessa Upi, si trovano sull'orlo del collasso finanziario, molte già ampiamente nel baratro, per effetto dei tagli, con dipendenti che subiscono, in ragione dello sforamento ovvio del patto di stabilità, decurtazioni pesanti al salario e con il restringimento progressivo dei servizi offerti. Le Province sono in mezzo al guado e mai come adesso con una prospettiva di futuro totalmente incerta”.
Secondo la Fp Cgil per ovviare allo stato di collasso e per poter garantire un'offerta adeguata di servizi ai cittadini, bisogna intervenire sulle risorse, azzerando il taglio di un miliardo previsto per il 2017 e restituire a Province e Città metropolitane le stesse capacità assunzionali riconosciute al sistema delle autonomie locali. "Ma se questi sono interventi urgenti, serve offrire un orizzonte a questi enti, integrando le funzioni fondamentali con altre che per loro natura ormai non possono non essere amministrate se non in forma sovra comunale. Un modo - conclude la Funzione pubblica Cgil - per invertire il declino al quale pare siano condannate queste istituzioni, un'esigenza non solo dei lavoratori coinvolti ma anche per quel complesso di diritti e di servizi alle comunità che rappresentano”.
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