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"Teatri deserti e spettacoli cancellati. È il colpo di grazia per lo spettacolo dal vivo, un settore da tempo in difficoltà". Emanuela Bizi, segretaria nazionale Slc Cgil, lancia un nuovo allarme in seguito alle disposizioni per la tutela dei cittadini dal coronavirus (DL 23 febbraio 2020 n. 6 e D.P. Consiglio dei Ministri del 23 febbraio 2020) e per chiedere al ministro dei Beni e delle attività culturali, Dario Franceschini di aprire subito lo stato di crisi del settore.
"Purtroppo, le misure rischiano di far precipitare il comparto in una crisi senza soluzione e, ancora una volta, a pagare il prezzo più alto saranno i soggetti più deboli: le piccole compagnie, gli artisti e le maestranze", spiega Bizi ricordando che "l’insufficienza delle risorse erogate dal Fondo unico dello spettacolo, la scarsità e l’inaffidabilità delle risorse provenienti da Regioni e Comuni e le criticità generate dal D.M. 2014 e successivi avevano già messo in ginocchio lo spettacolo dal vivo in Italia e, in molti casi, compromesso l’applicazione dei contratti nazionali rendendo precarie le condizioni di lavoro di artisti e maestranze.
"Adesso, l’emergenza legata al coronavirus dà il colpo mortale - prosegue la segretaria nazionale Slc -. Rischia di non essere attuata la norma di salvaguardia che tutela i lavoratori atipici sia nel caso in cui gli spettacoli siano sospesi con un provvedimento della pubblica autorità, sia nel caso in cui il teatro dovesse rimanere chiuso per cause di forza maggiore. Oggi, alcune imprese dichiarano di non poter sostenere questo costo, vista l’incertezza sulla futura programmazione, e chiedono ai lavoratori di rinunciarvi facendo appello a un senso di responsabilità che non è accettabile, né sostenibile". Per Emanuela Bizi "non è ammissibile che i lavoratori più deboli debbano pagare un costo così grande". La Slc chiede urgentemente di "trovare misure specifiche per i lavoratori dello spettacolo assunti con contratto a tempo indeterminato, ma anche per quelli a termine. Per questi ultimi il danno è rilevante: oltre alla mancata partecipazione agli spettacoli per cui sono stati contrattualizzati, questi lavoratori non hanno più la possibilità di trovare altro lavoro nel periodo fissato per le tournee che hanno accettato".
Bizi conclude con la richiesta al ministro Franceschini: "Apra con urgenza lo stato di crisi del settore dello spettacolo dal vivo così da rendere possibile l’individuazione di strumenti e soluzioni per affrontare questa difficile fase, per far sì che una corretta tutela dei cittadini non si traduca con un abbattimento dei diritti dei lavoratori e nell’altrettanto probabile chiusura di piccoli teatri e piccole compagnie".