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(Labitalia) - "Nel silenzio generale, stiamo assistendo alla morte del settore delle costruzioni. Per dare un'idea, in edilizia sono sparite fino ad oggi dall'inizio della crisi 20 Ilva, 100 Termini Imerese, 200 Alcoa, e ancora non è finita. Ma non sembra interessare a nessuno, tanto meno al governo, che in assoluta continuità con il precedente continua a fare promesse e quando arriveranno, se mai accadrà, quei 50 miliardi che il ministro Passera continua ad annunciare per le infrastrutture, ad aspettarli non ci sar più nessuno".
Lo ha affermato ieri sera (27 settembre) il segretario generale della Fillea, Walter Schiavella, aprendo i lavori del direttivo nazionale della categoria Cgil, che si appresta ad affrontare la nuova stagione contrattuale per 1 milione e duecentomila lavoratori dei comparti dell'edilizia, legno e arredo, lapidei, cemento, laterizi, tutti in scadenza a fine anno.
Da Schiavella l'invito alle associazioni datoriali a smetterla di "stare col cappello in mano fuori la porta dei governi", ma proseguire concretamente in quella battaglia che "abbiamo intrapreso insieme con il manifesto degli Stati generali delle costruzioni, in cui abbiamo chiesto pochi chiari e precisi interventi da parte dell'esecutivo per dare un futuro alle imprese sane del settore" attraverso "la qualificazione di impresa, il Durc per congruità, lo sblocco dei pagamenti".
E proprio sul tema dei pagamenti da Schiavella l'allarme per un'ulteriore emergenza in atto: "L'Anas, a causa del mancato trasferimento dei fondi dai ministeri competenti, da sei mesi non paga le imprese cui ha affidato appalti per la manutenzione stradale, con la conseguenza che 5mila dipendenti di queste imprese sono senza stipendio". Schiavella ha quindi puntato il dito contro il governo, che "non ha mai avuto intenzione di intervenire sui meccanismi di redistribuzione della ricchezza" e che risponde solo alla bussola della troika economica internazionale "perseguendo un modello di sviluppo all’interno del quale l'unica linea di pensiero è quello della compressione dei costi".
Un governo, ha incalzato, "senza coraggio che sceglie di non tassare i patrimoni e le rendite, ma ha la faccia tosta di chiamare le parti sociali e dire: io ho fatto quello che dovevo, ora sta a voi mettervi d'accordo e trovare un modo per aumentare la produttività del lavoro. Noi quella faccia tosta non ce l'abbiamo, non ci andiamo in cantiere o in fabbrica o in cava, dal lavoratore che a 67 anni sta ancora su un'impalcatura o da quello che porta a casa 30 euro al giorno in nero o a partita Iva, o da quello più fortunato che lavora dieci ore e se ne trova in busta paga otto, a dire che il loro lavoro è poco produttivo".
"Andremo da loro a dire invece - ha avvertito - che dobbiamo continuare la mobilitazione unitaria e far sentire la nostra voce", ha annunciato il leader della Fillea, sottolineando che "questo è il momento in cui occorre il massimo dell'unità e un allargamento delle alleanze, per dare forza alle nostre proposte e per portare a casa il massimo dei risultati, perchè è questo che i lavoratori ci chiedono ed è questo ciò che faremo".