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Nel carcere di Rieti l'assistenza sanitaria ed infermieristica per i detenuti e per gli agenti di polizia penitenziaria è garantita dalle 8 alle 21, nonostante la legge la preveda per l'intero arco della giornata. E' la denuncia che arriva oggi (7 gennaio) dalla nota della Fp Cgil di Roma e Lazio.
"E' già accaduto - racconta il sindacato - che operatori e detenuti siano stati costretti a ricorrere alle cure della guardia medica o, nei casi più gravi, al trasporto presso l'ospedale tramite il 118".
La mancanza dell'assistenza notturna è causata dalla carenza di personale e di risorse finanziarie, racconta la categoria. Infatti a Rieti "è presente personale sufficiente a coprire un bacino di detenuti pari a 150 unità, del tutto inadeguato a fronte dei 300 che normalmente si avvicendano in quella struttura, in linea con il sovraffollamento delle carceri della Regione, che oggi ospitano 6.986 detenuti a fronte di una capienza regolamentare di poco più di 4mila".
Da parte sua, la Regione Lazio "che dovrebbe garantire l'assunzione di figure professionali per risolvere il problema, è assolutamente assente. Ma tant'è: sappiamo che in questo momento alla Regione sono dediti ad altri 'impegni urgenti', come quello di acquistare 70 tritacarte al modico prezzo di 14mila euro o come assumere i soliti amici a spese della comunità".
Il sindacato reputa dunque "intollerabile il protrarsi di questo stato di cose che, peraltro, potrebbe avere anche risvolti di carattere penale. Chiediamo che tutte le istituzioni interessate si attivino per consentire che anche nel carcere di Rieti sia ripristinata la legalità anche alla luce del dettato costituzionale. In ogni caso - conclude - saremo a fianco dei lavoratori laddove dovessero insorgere problemi a carico di essi".