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Stanno in azienda 24 ore su 24 da 86 giorni, alternandosi nei tre turni (esattamente come quando lo stabilimento era in funzione, ossia prima che venisse acquisito da General electric) e il loro obiettivo è chiaro: tornare al lavoro, riavviare la produzione. Gli operai di Ge ex Alstom Power di Sesto San Giovanni stanno facendo un lavoro socialmente utile: si stanno tenacemente e seriamente opponendo all’ennesima dismissione industriale, alla cancellazione di competenze e saperi.
“Non stiamo lottando solo per il nostro posto di lavoro, stiamo lottando perché il lavoro è un bene comune”: i lavoratori lo hanno ribadito a più riprese. "Ma evidentemente qualcuno trova insopportabile la loro resistenza, e certo non si tratta di un comune cittadino. È bizzarro, infatti, che i lavoratori del presidio (che non sono ancora nelle liste di mobilità), da qualche giorno, vengano contattati uno per uno (indipendentemente dal loro comune di residenza) per svolgere i servizi socialmente utili", sostiene la Fiom di Milano.
"Delle due, l’una: o improvvisamente tutti i lavoratori in mobilità di Milano e provincia hanno trovano una nuova occupazione (sarebbe bello), oppure qualcuno ci deve spiegare perché lavoratori, i cui nominativi non risultano ancora inseriti nelle liste di mobilità, vengano chiamati. Tanta efficienza, tutta 'dedicata' agli operai di Ge e a noi sorge il dubbio che questo sia un modo per 'svuotare' il presidio, per spezzare la coesione dei lavoratori, per allontanarli dal luogo dove hanno scelto di svolgere un lavoro più che socialmente utile per tornare al lavoro. Continueremo a batterci per ottenere questo risultato, respingendo le manovre di chi considera la resistenza dei lavoratori di Ge un intralcio da eliminare con ogni mezzo", concludono le tute blu milanesi.