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Sarà Pomezia a pagare il prezzo più caro se Alfasigma, uno dei principali gruppi farmaceutici italiani, confermerà il suo piano lacrime e sangue con 456 licenziamento. Si stima infatti che, al netto di improbabili trasferimenti, il sito laziale rischi dai 250 ai 300 licenziamenti.
"In un contesto di disimpegno della politica per il presidio e lo sviluppo del patrimonio industriale farmaceutico del Lazio, dopo la conclamata e irresponsabile indifferenza del Comune di Roma e della Regione Lazio verso la candidatura di Roma come sede dell’EMA (Agenzia Europea del Farmaco), lasciando questa grande opportunità a Milano, un’altra multinazionale del farmaco, questa volta tutta italiana, l’Alfasigma, annuncia di voler chiudere gli uffici amministrativi dell'ex Sigma Tau di Pomezia per trasferirli a Bologna", si legge in una nota di Cgil e Filctem Cgil di Roma e Lazio.
"Quello che ci sconcerta - scrive il sindacato - è che un progetto industriale tutto italiano, con interessanti e auspicabili possibilità di sviluppo, sia stato trasformato in un'operazione di bassa macelleria sociale. Inaccettabile il comportamento dell’azienda che dopo mesi di autocelebrata disponibilità al confronto e al dialogo, invia la procedura di licenziamento collettivo mentre era ancora in corso la riunione sindacale in Assolombarda. Un atto sconcertante e inqualificabile".
Preso atto di quanto accaduto, Cgil e Filctem intendono avviare "tutte le iniziative di lotta, chiamando il Governo, la Regione Lazio e il Comune di Pomezia a un'assunzione di responsabilità al fine di ridurre l’impatto sociale di questa riorganizzazione".