Una condanna per tutto il Mezzogiorno di Italia , è così che la pensiamo noi tutti, visto che Alenia aeronautica ha annunciato la chiusura di tre siti: Roma, Venezia, Casoria. Cassa integrazione per mille lavoratori ed esternalizzazioni di attività. L'azienda parla di piano di ristrutturazione e riorganizzazione della società del gruppo Finmeccanica, invece è ben altro. Ancora una volta, il governo, è venuto meno al suo dovere di proteggere gli operai e il sacro santo diritto al lavoro e, ancora una volta, ha stanziato denaro pubblico: nel piano di riassetto sono previsti 3 miliardi di stanziamenti pubblici. Uno per il civile e due miliardi investiti nel militare per lo sviluppo di un nuovo velivolo regionale e di un velivolo senza pilota. Oltre al costo che questo 'trasloco' avrà per le casse dello Stato. Non si tratta solo di una riorganizzazione, come afferma Alenia: dietro c'è una fusione che a guardarla bene non godrebbe della compiacenza di nessun industriale.

Due grandi industrie con migliaia di operai e ben dodici impianti estesi per ettari ed ettari con tanto di super tecnologici strumenti all'avanguardia nel mondo, saranno fuse e finiranno al nord: oltre alla morte di migliaia di operai e di piccole e medie imprese che con queste grandi realtà industriali lavoravano, hanno deciso anche il nuovo nome. Alenia Aermacchi. Cercheremo di spiegare al meglio cosa sta avvenendo.

Alenia Aeronautica spa ha una tradizionale presenza di impianti industriali nel sud del Paese, con migliaia di lavoratori impiegati a Foggia, Grottaglie (Taranto), Pomigliano, Nola e Casoria (Napoli) e Napoli Capodichino. Dodici stabilimenti in tutto, iper produttivi e iper tecnologici: per una superficie di più di 210 ettari, 49 dei quali coperti, con una forza lavoro complessiva di circa 13.907 persone, il 40 per cento delle quali ingegneri e tecnici altamente qualificati. Una storia industriale partita negli anni 20 diventata oggi un vanto per tutta Italia; nel suo settore è tra i primi posti nel mondo con commissioni milionarie.
I prodotti come l'ATR, interamente progettati e realizzati al Sud, hanno consentito alla società ATR di diventare leader mondiale nel settore con punte del 75 per cento del mercato mondiale dei turboelica; l'ATR è la piattaforma del prossimo velivolo «verde», ovvero del nuovo Turboprop (co-finanziato dalla regione Campania) e può dare lavoro a migliaia di unità nel Sud, se si inverte la rotta e si riporta proprio nel Mezzogiorno quella progettazione dei sistemi, che è stata trasferita a Torino, richiamando quelli che sono stati gli artefici del successo dell'ATR: tutti uomini del Sud.

Il C27J, anch'esso riprogettato al Sud, è il primo velivolo straniero acquistato dall'US Army;
lo stabilimento di Grottaglie ha tecnologie uniche in Europa: stabilimenti con tale livello tecnologico possono essere paragonati solo ad aziende negli USA o in Giappone.

Ma allora perchè, l'azienda più piccola, meno nota e di minori prospettive industriali - Alenia aermacchi - del nord, deve guidare il processo di fusione rispetto alla capofila Alenia aeronautica del Sud?

E perchè, trasferire la sede legale di Alenia da Pomigliano (Napoli) a Varese?

Il ministro dell'Economia e dello Sviluppo Economico hanno condannato nuovamente il Sud di Italia e lo hanno condannato spendendo denaro pubblico, quel denaro che questo Governo usurpa costantemente con l'innalzamento delle tasse.

Caldoro e Cesaro e Cosentino, la Marcegaglia cosa dicono? E i sindacati, ubbidiranno ancora una volta alle logiche partitiche?

Questo favore milionario, a chi lo stiamo facendo?

Questo trasloco costerà a tutti gli italiani milioni di euro, in nome di cosa?

Queste domande le hanno poste alcuni deputati, con interrogazione parlamentare, l'8 settembre scorso: le risposte le avremo dopo il trasloco?