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Il ministero dello Sviluppo economico è "impegnato nella ricerca di soggetti imprenditoriali interessati a investire nello smelter di Portovesme in modo solido, a condizioni di mercato. Le richieste avanzate dalla società Glencore nella sua ultima lettera non risultano compatibili con tali requisiti". Questo il comunicato diffuso ieri sera (27 settembre) dal dicastero, che fa il punto sulla situazione di Alcoa. La svizzera Glencore dunque si allontana dall'acquisto dello stabilimento di alluminio.
Una novità che non è piaciuta al sindacato. “Gli sviluppi della vicenda Alcoa destano grande preoccupazione. C'è bisogno di fare ogni sforzo possibile per mantenere aperto il confronto con tutti, e con possibili nuovi acquirenti, per preservare la vocazione industriale del territorio”. E' quanto afferma il segretario confederale della Cgil, Elena Lattuada, commentando la nota ministeriale circa le richieste di Glencore per rilevare lo stabilimento di alluminio sardo.
Per la dirigente sindacale “l'allontanamento di una soluzione produttiva ed occupazionale per i lavoratori Alcoa ci preoccupa: pur consapevoli che le condizioni poste dal possibile acquirente Glencore, per avviare la trattativa di acquisizione dello stabilimento, in tema di costi energetici pongano una grave ipoteca, ritengo che sia necessario mantenere aperto il confronto con tutti e che allo stesso tempo vadano individuati anche altri possibili acquirenti, mantenendo così la vocazione industriale del territorio”.
Per questo, aggiunge Lattuada, “chiediamo uno sforzo straordinario al governo affinché la vertenza Alcoa non solo sia al centro dell'iniziativa istituzionale a tutti i livelli, ma che ci sia anche un impegno straordinario nella ricerca di acquirenti che abbiano le capacità e le competenze per il rilancio della produzione con i relativi investimenti”.
La Cgil, conclude, “continuerà a tenere alta l'attenzione sulla vertenza, a fianco di tutti i lavoratori, diretti, indiretti e precari, che da mesi vivono il dramma di non conoscere il loro futuro, rivendicando anche soluzioni-tampone utili a garantire reddito all'insieme degli addetti e senza rassegnarsi all'idea della desertificazione di quel territorio”.