“Nessuno pensi di utilizzare il profilo di responsabilità mostrato dal sindacato negli ultimi mesi per giustificare una rilassatezza nelle decisioni che è ormai intollerabile”: lo ha detto il segretario della Cgil Michele Carrus in riferimento al governo Renzi, al quale la Cgil sollecita un intervento a Bruxelles per ottenere il via libera definitivo alla proroga della super-interrompibilità e, contestualmente, l’inserimento del provvedimento che riequilibra i costi energetici isolani nella legge di stabilità.

Tregua finita dunque, come precisa il segretario Cgil: “Siamo mobilitati e organizzeremo tutte le manifestazioni che serviranno, a Cagliari, a Roma e, se necessario, anche a Bruxelles, per far ripartire l’Alcoa a Portovesme – le cui produzioni sono strategiche per tutta Italia – e per assicurare alle aziende isolane – sono ben diciotto quelle che oggi ne usufruiscono e appartengono a diversi settori, dall’agroalimentare alla metallurgia fino alla ceramica - un provvedimento senza il quale molte si troverebbero in grave difficoltà dal 1 gennaio”.

La Cgil sottolinea che sarebbe assurdo se gli sforzi fatti dalla Regione per costruire le condizioni per rilanciare le produzioni fossero vanificati per colpa dell’incapacità del governo nazionale di far sentire le ragioni del Paese a Bruxelles. Il provvedimento è indispensabile - e, in qualche caso, come la metallurgia, vitale - perché cerca di colmare un gap energetico che, purtroppo, crea una situazione di svantaggio competitivo per tutte le aziende isolane.

Tre le rivendicazioni della mobilitazione per il segretario Carrus: “Impegno del governo Renzi affinché la Commissione europea dia l’assenso in tempi rapidi alla proroga della super-interrompibilità, garanzia del sostegno al reddito, e quindi, ripristino degli ammortizzatori falcidiati dal governo disattendendo gli accordi per tutti i lavoratori della filiera; inserimento del provvedimento sulla super-interrompibilità nella legge di stabilità. Il sindacato confederale denuncia inoltre il taglio del regime di essenzialità deciso da Terna per le centrali di Fiumesanto, Ottana, Portovesme: “Questa scelta, insieme ai ritardi del provvedimento sui costi energetici – unico strumento vero per rilanciare le produzioni – rischia davvero di cancellare definitivamente quel che è rimasto del sistema produttivo isolano”.