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Lungo e travagliato incontro a Roma tra governo, sindacati, enti locali e azienda sul futuro dello stabilimento dell'Alcoa di Portovesme. Per il governo, presente il ministro Passera, oltre al sottosegretario per lo Sviluppo economico Claudio De Vincenti e al viceministro del Lavoro Michel Martone, mentre a rappresentare i sindacati i segretari confederali di Cgil, Cisl e Uil e i segretari nazionali di Fim, Fiom e Uilm. Presente anche il presidente della Regione Sardegna Ugo Cappellacci, alla guida di una delegazione di enti locali.
Dall'incontro è emersa una notizia che potrebbe essere positiva: il sottosegretario allo Sviluppo, Claudio De Vincenti, ha infatti confermato un interessamento ufficiale per il sito di Portovesme da parte degli svizzeri del gruppo Klesch. Inoltre sarebbe stato messo a verbale lo slittamento della chiusura dai primi di ottobre al primo novembre. Il che consentirebbe alla fabbrica di restare in funzione fino al 30 novembre.
Anche il ministro Passera ha sottolineato di non aver "mai pensato che quello dell'Alcoa fosse un caso impossibile". Secondo quanto riferiscono fonti sindacali presenti al tavolo citate dall'agenzia TMNews, il ministro Corrado Passera avrebbe poi sottolineato che il governo "farà molta pressione sui gruppi che hanno manifestato interesse" (ovvero Glencore e Klesch) ma al tempo stesso "lavorerà in parallelo su tutto quello che può dare sviluppo al Sulcis".
Ma da parte sua la multinazionale americana frena. Alcoa non avrebbe infatti ricevuto nessuna manifestazione di interesse concretizzabile ("viable expressions of interest") finora per lo stabilimento di Portovesme. E' quanto scrive l'agenzia Reuters a proposito della paventata proposta del gruppo svizzero dell'alluminio Klesch.
"Alcuni soggetti ci hanno contattato direttamente, o attraverso le autorità regionali - scrive Alcoa in una mail citata da Reuters - abbiamo seguito ogni contatto, ma non abbiamo ricevuto manifestazioni di interesse praticabili o diverse da quelle precedentemente ricevute durante il processo di vendita. Continueremo - scrive ancora l'azienda - il processo di riduzione ("curtailment process") e rimarremo aperti a discutere la vendita di una fabbrica ridotta".
Mentre all'interno governo e parti si confrontavano, 600 operai sardi sono arrivati a Roma per essere presenti, fuori dal ministero, in occasione di un incontro cruciale per le sorti di una fabbrica che la multinazionale Alcoa ha ormai annunciato di voler chiudere entro la fine dell’anno.
Tra i manifestanti in piazza, anche i tre operai rimasti per quattro giorni sul silo dell'Alcoa, a 66 metri d'altezza, nello stabilimento di Portovesme. Gli operai hanno sfilato in corteo ai margini del centro della capitale prima di posizionarsi sotto la sede del ministero. Con loro, anche 23 sindaci dei maggiori centri del Sulcis-Iglesiente, fra cui Carbonia. Una loro delegazione è stata accolta al ministero da ministro Passera.
Il corteo è partito in tarda mattinata da Via Vittorio Emanuele Orlando e passando per Largo Santa Susanna, Via Bissolati, Via San Nicola da Tolentino e Via di San Basilio arriverà al ministero in Via Molise. Ora gli operai aspettano il termine in sit-in davanti al ministero.
Nel corso della manifestazione si sono registrati momenti di tensione. Due operai sono rimasti feriti. Un manifestante è rimasto ferito per evitare una bomba carta che stava per esplodere. Il manifestante è caduto in terra ed è stato soccorso dagli agenti di polizia. Poi è stato trasportato in ospedale. Le forze dell'ordine hanno poi iniziato una carica di “alleggerimento” contro le dimostrazioni dei lavoratori che lanciano petardi, bombe carta e dadi d'alluminio, secondo quanto riferisce l’agenzia di stampa AGI. “Volevamo forzare il blocco e uscire per le vie di Roma, visto che qui la situazione non cambia”, ha dichiarato invece un operaio all’agenzia DIRE. “Sono scivolato – prosegue l’operaio - e ho preso delle manganellate anche da terra”. Sono invece 14, secondo quanto riporta l'agenzia TMNews, i feriti registrati tra le forze dell'ordine: tre carabinieri, un uomo della Gdf e 10 poliziotti.
Stefano Fassina, responsabile economia del Pd, è stato contestato dagli operai e ha lasciato la manifestazione, ricevendo in seguito la solidarietà delle sigle sindacali e di diversi esponenti politici.
Intanto, a Portovesme, davanti alla fabbrica, si sono radunati altri lavoratori in un piccolo presidio. In occasione della manifestazione di Roma e delle 24 ore di sciopero proclamate dai sindacati i lavoratori rimasti in Sardegna hanno deciso di aspettare le notizie sul vertice romano in un sit in davanti all'ingresso della fabbrica. Un gruppo di lavoratori ha anche bloccato lo scarico del carbone destinato alla centrale Enel di Portovesme (Sulcis-Iglesiente) nel vicino porto industriale.
aggiornato alle 19:38