Grande adesione dei lavoratori del sito di Vimercate del gruppo Alcatel Lucent alla manifestazione che si è svolta oggi a Milano sotto la sede del Consiglio regionale della Lombardia. L’iniziativa è stata promossa dai sindacati dei metalmeccanici contro il piano di tagli e ristrutturazione annunciato dalla multinazionale franco-americana, che prevede la perdita di 700 posti di lavoro in Italia, di cui 360 nelle attività di ricerca e sviluppo e 140 in attività commerciali e amministrative. A ciò si aggiunge il taglio di 200 lavoratori in somministrazione attivi presso la stabilimento di Trieste in produzioni manifatturiere di alta qualità.

“Il piano annunciato da Alcatel Lucent – commenta Fabrizio Potetti, coordinatore nazionale Fiom Cgil del gruppo –, se realizzato, significherebbe praticamente il disimpegno della multinazionale dal nostro paese. Per questo, con il presidio attuato oggi, i lavoratori e la rappresentanza sindacale hanno sollecitato le istituzioni a intervenire per bloccare quanto annunciato dall’azienda. Nell’incontro con alcuni rappresentanti del Consiglio regionale, i sindacati hanno sottolineato che l’attività di ricerca e sviluppo svolta da Alcatel Lucent nel nostro paese, in particolare per quanto riguarda le trasmissioni su fibra ottica, può essere considerata ai massimi livelli qualitativi sul piano mondiale”.

Perdere questo presidio tecnologico, fatto da donne e uomini di altissima professionalità e capacità, rappresenterebbe, a giudizio della Fiom, una sconfitta netta per il nostro paese. “Nell’incontro odierno – spiega ancora Potetti –, abbiamo sottolineato che non si sta parlando di attività a basso valore aggiunto sottoposte alla competizione dei paesi low cost, ma di tecnologie avanzatissime con ottimi margini di guadagno e mercati in espansione; tecnologie che la multinazionale intende adesso sviluppare negli Stati Uniti”. Al governo, la categoria dei meccanici Cgil chiede con forza di tutelare i presìdi tecnologici più avanzati ancora presenti in Italia – presìdi dei quali quello dell’Alcatel è probabilmente il più grande rimasto in attività – e di avviare una politica seria relativa ai settori tecnologicamente avanzati. “Tale politica – conclude Potetti – dovrebbe essere volta, anche con specifici investimenti, a superare i gravi problemi di arretratezza infrastrutturale e nei servizi che ancora affliggono il nostro paese e a rendere così più attrattivo il paese stesso per gli investimenti delle grandi multinazionali del settore della Information and communication technology”.