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Lecce: tornano a protestare i dipendenti di Alcar Industrie srl. Oggi (18 febbraio), a partire dalle 6, gli operai hanno incrociato le braccia per il mancato rispetto degli accordi presi dall’azienda il 5 febbraio scorso. Il verbale sindacale prevedeva: il pagamento il 15 febbraio dello stipendio di gennaio e il cosiddetto “bonus Renzi” ai lavoratori che nello scorso anno hanno scelto l’erogazione in un’unica soluzione (960 euro), la retribuzione di febbraio e un quarto di tredicesima il 15 marzo, la retribuzione di marzo e l’ultimo quarto di 13esima il 15 aprile. Al primo step, l’azienda non ha rispettato in toto questo accordo, avendo erogato solo il salario. E i lavoratori, come annunciato già il 5 febbraio, hanno scelto di scioperare.
Fermi in presidio davanti ai cancelli dello stabilimento di Lecce, hanno scioperato in massa: adesione al 90%. Consentito l’ingresso ai lavoratori che non hanno voluto aderire alla protesta e ai camion che trasportavano materia prima. Intorno alle 11, i segretari di Fim Cisl e Fiom Cgil, Maurizio Longo e Annarita Morea, accompagnati dai delegati aziendali sono stati ricevuti dal viceprefetto Beatrice Mariano. Il prefetto Maria Teresa Cucinotta ha telefonato al presidente dell’azienda, Matteo Ginatta, ricevendo rassicurazioni sugli impegni presi. “Chiediamo certezze sulla continuità industriale. I lavoratori, di fronte ad impegni resi e nuovamente disattesi o rispettati parzialmente, sono in ansia per il futuro dell’impresa. Insieme a loro attendiamo un segnale di controtendenza rispetto alla storia degli ultimi mesi”, dicono Longo e Morea. “Il problema oggi è il sentimento di sfiducia che si genera nel momento in cui si firmano accordi poi non mantenuti”. I sindacati hanno chiesto un incontro in sede istituzionale con i vertici dell’azienda entro questa settimana.
Tra i lavoratori serpeggia malumore anche per altre situazioni: il ritardato versamento al fondo Cometa e dei contributi all’Inps (al punto che diversi dipendenti si sono vista rigettata la richiesta di Naspi). Fatto ancor più preoccupante, i dipendenti che hanno in corso pratiche di cessione del quinto dello stipendio hanno scoperto che l’azienda non ha versato per alcuni periodi i soldi alle società finanziarie. “Situazioni che si sommano alle precarie condizioni di sicurezza all’interno dello stabilimento, con operai non dotati di guanti, scarpe antinfortunistica e occhiali per saldatori. Tutta una serie di segnali che non ci fanno stare sereni, anche alla luce degli impegni che Alcar Industrie srl deve affrontare nei prossimi mesi: ricapitalizzazione e versamenti alla procedura concorsuale”, termina la nota.