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“La terribile vicenda di Alatri, che ha determinato la tragica morte del ventenne Emanuele da parte di un branco, sta facendo emergere le responsabilità di due fratelli italiani, presumibilmente già noti negli ambienti criminali locali, con profili facebook che inneggerebbero, addirittura, alla criminalità organizzata. Ancora una volta i razzisti, i populisti di professione, taluni organi di informazione e qualche sito, che subito se l'era presa con gli albanesi, sono stati smentiti dai fatti. Ma le parole in libertà che circolano ancora sul web e che nessuno può fermare rimangono una mina vagante e rischiano di innescare nuove tensioni sociali”. Lo afferma Daniele Tissone, segretario generale del sindacato di polizia Silp Cgil.
“Esprimiamo la nostra vicinanza alla famiglia del ragazzo barbaramente ucciso – dice Tissone – e come poliziotti ci auguriamo che le indagini possano presto acclarare la reale dinamica dei fatti e soprattutto i colpevoli di un gesto di violenza inaudito. Questo caso, come altri, pone però con forza la necessità di una riflessione sul nostro sistema mediatico, a partire dai social dove la velocità delle notizie spesso la fa da padrona a discapito della veridicità delle informazioni. Tutto questo a fronte di un elevato tasso di analfabetismo funzionale che caratterizza, purtroppo, molti frequentatori di facebook e twitter, per citare due delle piattaforme più note. Riflettendo sugli strumenti oggi a disposizione tesi a contrastare chi diffonde o riferisce notizie in maniera distorta, falsa o pretestuosa. Sarebbe poi ora, che le nazionalità degli presunti autori dei crimini non fossero più diffuse, soprattutto all'inizio di una indagine. Proprio per evitare ogni genere di strumentalizzazioni”.