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Con la relazione del segretario generale Pier Massimo Pozzi, si sono aperti oggi al Teatro Concordia di Venaria i lavori dell’XI Congresso della Cgil Piemonte, che proseguiranno anche venerdì 16. 322 i delegati presenti, eletti dagli 11 congressi delle categorie e dallo Spi, in rappresentanza di oltre 352mila iscritti. La giornata è iniziata con i saluti di Alessio Ferraris, segretario generale Cisl Piemonte, di Mauro Casucci, della segreteria Uil Piemonte e del Presidente della Regione, Sergio Chiamparino. Pozzi ha sottolineato che la discussione e il dibattito nei 90 congressi territoriali si è svolto “senza raggruppamenti di tifoserie che, come sappiamo, tendono ad estremizzare e a volgarizzare.
La relazione ha affrontato tutti i temi del momento: dal cambiamento del lavoro, dove dal 2008 in poi ha prevalso il capitalismo liberista; l’Europa che ha affrontato la crisi con dannose politiche di austerità; la sfiducia dei cittadini nei confronti della politica, ai quali bisogna far comprendere la differenza fra governare e comandare, “poiché la democrazia non è solo la possibilità di esprimere un voto, ma un sistema complesso con i vincoli e gli oneri dettati dalle Costituzioni. Sono preoccupanti gli attacchi dei governanti italiani ai giornalisti, come il ricorso compiaciuto ai motti del fascismo”.
Sulla proposta di Maurizio Landini a segretario generale della Cgil, Pozzi, oltre a ritenere legittimo “il diritto di Susanna Camusso ad avanzare una sua proposta”, registra che questa candidatura “raccoglie la maggioranza dei consensi del gruppo dirigente piemontese”.
Critico il giudizio sulla legge di bilancio: sul reddito di cittadinanza sarebbe più giusto, secondo Pozzi, andare verso un reddito di garanzia e continuità collegato a percorsi di formazione, mentre sugli ammortizzatori le modifiche fatte per la CIG danno una risposta nelle situazioni di chiusura ma non strutturale. Sulle pensioni le proposte unitarie di Cgil Cisl Uil “sono meglio della cosiddetta quota 100 che dà risposte - forse - ma le limita prevalentemente ai lavoratori maschi del Nord o del pubblico impiego”. Sul fisco “il Governo propone una modifica fiscale opposta alla nostra: le riduzioni nelle aliquote fiscali per le p.iva porterà grosse convenienze fiscali soprattutto a quelle più ricche e, con le proposte di flat o dual tax, ridurrà i contributi fiscali ai ricchi a scapito della fiscalità generale, togliendo risorse fondamentali per lo stato sociale”.
Sulla contrattazione: "bisogna difendere il modello contrattuale basato su due livelli di contrattazione collettiva, ha detto Pozzi. 800 contratti nazionali sono troppi e, di questi, sono eccessivi anche i 300 firmati da Cgil Cisl Uil. In Italia l’introduzione del salario minimo legale, presente in importanti paesi europei, scardinerebbe in breve tempo il nostro sistema contrattuale, garantendolo solo ai settori più forti".
“Vorremmo che si discutesse di queste cose - ha ribadito Pozzi - invece di assistere a un dibattito pubblico concentrato sulla ricerca di un nemico da individuare per scaricare su di lui le frustrazioni ed i problemi. Il nemico più facile da individuare è l’immigrato, gli appelli all’umanità sono fondamentali ma non sono sufficienti. Quando capiremo che è importante per tutti noi che i figli degli stranieri si naturalizzino cittadini del nostro paese, perché saranno una risorsa per noi e per l’Italia, avremo fatto un passo in avanti. Quando capiremo che si devono accogliere i rifugiati e gestire i flussi, aumentando la possibilità di migrazione regolare che è fondamentale per interi settori della nostra economia, che tolga risorse ai criminali che organizzano la tratta di esseri umani, con la complicità remunerata di interi governi, faremo ancora un passo in avanti.”
"Il Piemonte nel 2017 ha avuto un Pil ancora inferiore di 10 miliardi rispetto a quello del 2008 - ha proseguito Pozzi -. Nel 2017 gli occupati sono uguali sostanzialmente a quelli del 2008 ma le ore lavorate sono ancora inferiori; si è perso un quarto delle aziende manifatturiere, nell’edilizia il calo dell’occupazione è stato del 40%. Si sono ridotti gli investimenti pubblici. Bisogna partire dal consolidamento dell’esistente, dall’industria automobilistica in tutte le sue componenti, a cominciare dagli investimenti in Piemonte per gli stabilimenti di FCA, dello sviluppo dell’industria alimentare, dove abbiamo eccellenze mondiali, dal consolidamento dei distretti, dal tessile all’orafo, dal mantenimento dei settori della chimica e della gomma plastica. Mantenere e qualificare il terziario tradizionale e i servizi pubblici che rappresentano il 70% degli occupati e sviluppare il terziario avanzato nel quale siamo carenti. Investire nel comparto sanità poiché è un enorme volano economico. Occorre sviluppare la logistica che nella filiera produttiva rappresenta una parte essenziale della produttività e sfruttare le potenzialità che ci sono offerte dei porti liguri".
Il sud del Piemonte - ha detto il segretario generale - "può essere il retro porto che permette al nord ovest di competere con i porti del nord Europa. E si può fare utilizzando aree scavi già esistenti con benefici ambientali per il territorio. Per questi motivi anche per il Piemonte è fondamentale sviluppare le infrastrutture che devono rappresentare la priorità degli investimenti pubblici, anche per aumentare la produttività del sistema paese e diffondere la crescita in tutto il territorio. Nella nostra regione si stanno costruendo due grandi infrastrutture ferroviarie che fanno parte della rete transeuropea di trasporto, la Torino Lione e il terzo valico. Complementari a questi bisogna, assieme alle istituzioni locali e le associazioni impresa, chiedere maggiori investimenti a RFI per migliorare i collegamenti ferroviari tra il porto di Savona e le province di Cuneo e di Alessandria".
Sul futuro della Cgil piemontese, Pozzi ha sottolineato che “siamo organizzati con un’impostazione di lavoro troppo maschile e anche questo, insieme ai limiti culturali e di mentalità che ancora esistono, riduce l’opportunità per le donne di esercitare incarichi di direzione. C’è una oggettiva difficoltà a coinvolgere quadri giovani, stante i percorsi di lavoro sempre più lunghi prima di arrivare al lavoro stabile, ma possiamo volgere il nostro sguardo alle associazioni di volontariato sociale in cui molti giovani si impegnano. I migranti infine non possono essere considerati solo come il nostro fiore all’occhiello: devono essere coinvolti e anche valutati nel lavoro sindacale, senza pregiudizi ma anche senza particolari benevolenze”.
Nel pomeriggio si sono susseguiti gli interventi dei delegati e delle delegate delle categorie, fino all’intervento conclusivo di Franco Martini, segretario nazionale Cgil.
Venerdì 16 novembre i lavori inizieranno alle 9.30 con la tavola rotonda: “La sfida del sindacato per l’Europa Sociale di domani”, cui parteciperà la segretaria generale Susanna Camusso, insieme a Luca Visentini, segretario generale Ces (Confederazione Europea dei Sindacati) e Frédéric Imbrecht, segretario confederale nazionale Cgt francese. Coordina Fausto Durante, responsabile Politiche Europee e Internazionali della Cgil.
Alle 12.30 Susanna Camusso terrà le conclusioni e nel pomeriggio si aprirà la sessione delle votazioni congressuali, con l'elezione degli organismi dirigenti, l'insediamento dell'Assemblea Generale e l'elezione del segretario generale.