PHOTO
"Gli azionisti di Air Italy, Alisarda e Qatar Airways attraverso Aqa Holding, a causa delle persistenti e strutturali condizioni di difficoltà del mercato hanno deciso all'unanimità di mettere la società Air Italy in liquidazione in bonis". Lo si legge in una nota al termine dell'assemblea dei soci. "In questa fase Air Italy lavorerà per ridurre al minimo il disagio per i passeggeri - prosegue la nota -: i voli sino al 25 febbraio saranno operati agli orari e nei giorni previsti da altri vettori, mentre i passeggeri che hanno prenotato voli in partenza in date successive al 25 febbraio saranno riprotetti o rimborsati integralmente".
“È con profondo rammarico che devo informarvi tempestivamente con questa lettera in merito a quanto deliberato questa mattina dalla nostra holding company - afferma il presidente di Air Italy, Roberto Spada, in una lettera ai dipendenti -. Gli azionisti della holding, Alisarda e Qatar Airways, hanno deliberato in modo unanime di avviare la liquidazione in bonis di Air Italy che prevede il pagamento di tutti i dipendenti e dei creditori". "È stata senza dubbio una scelta difficile presa congiuntamente dagli azionisti. A nome degli azionisti e di tutto il consiglio di amministrazione, tengo a ringraziare personalmente voi tutti per il vostro apporto e impegno di questi anni", aggiunge.
Durissimo il commento dei sindacati. “Assistiamo alla messa in liquidazione nel totale silenzio e nell’indifferenza del ministero della Sviluppo Economico e del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti”. Lo afferma il segretario nazionale della Filt Cgil Fabrizio Cuscito, sottolineando che “apprendiamo solo adesso di una tardiva convocazione dell’azienda da parte ministeriale, di fronte allo spettro del blocco dell’attività ci saremmo aspettati azioni ben più incisive da parte dei ministeri che erano stati informati da settimane attraverso le nostre denunce”.
“Non permetteremo - denuncia il segretario nazionale della Filt Cgil - che 1.500 lavoratori vengano messi per strada nell’indifferenza di tutte le istituzioni. La messa in liquidazione di Air Italy è l’ennesimo atto predatorio da parte di imprese straniere nei confronti del lavoro nel nostro paese". "Ci auguriamo inoltre - afferma Cuscito - che la giustizia italiana faccia chiarezza sulla gestione delle risorse di Air Italy che a fronte dell’ennesimo sacrificio posto in essere dai lavoratori negli ultimi anni ha sperperato tutte la risorse. Occorre a questo punto un’azione immediata per fermare questo grave atto irresponsabile ed un segnale di vita da parte dei ministeri competenti che impediscano il disastro occupazionale che sta avvenendo nel trasporto aereo".
"Ci mobiliteremo - annuncia infine il dirigente nazionale della Filt - con ogni tipo di azione, consentita dalla legge, perché i posti di lavoro siano tutelati, a cominciare dallo sciopero nazionale del settore del 25 febbraio, a cui ne seguiranno altri se la situazione non dovesse migliorare”.
La ministra dei trasporti Paola De Micheli è subito intervenuta sulla questione: "Non è accettabile la decisione di liquidare un'azienda di tali dimensioni senza informare prima il governo e senza valutare seriamente eventuali alternative", ha detto. "Pertanto mi aspetto che Air Italy sospenda la deliberazione fino all'incontro che possiamo già calendarizzare a partire dalle prossime ore".
Resta comunque nebuloso il futuro dei 1.200 dipendenti della compagnia, che sopporta 380 milioni di passivo negli ultimi due anni fino a perdere il 60% dei ricavi.
I sindacati intanto hanno proclamato una terza azione di sciopero nazionale di 24 ore per il 25 febbraio, dalle ore 00.01 alle ore 24.00 per tutto il personale dipendente delle società-compagnie del settore trasporto aereo. Ad annunciarlo in una nota congiunta sono Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Ugl Trasporto aereo. “Da ormai troppo tempo le organizzazioni sindacali - si legge nella nota- richiedono inascoltate un tavolo di lavoro ministeriale ed una cabina di regia che abbia la finalità di riscrivere le regole del settore. Riteniamo infatti e lo abbiamo più volte sostenuto in ogni momento istituzionale di confronto che l'obiettivo principale ed ineludibile sia quello di porre fine alle cause ed agli effetti delle azioni di dumping industriale e contrattuale che hanno generato inaccettabili asimmetrie competitive".
Sulla vicenda è intervenuto anche il segretario generale della Cgil Sardegna, Michele Carrus: “Riteniamo che la procedura di liquidazione volontaria avviata debba essere sospesa e convocato subito un tavolo istituzionale per fare il punto della situazione e salvare la compagnia”, ha detto. Per il segretario è indispensabile salvare un’azienda che rappresenta un patrimonio collettivo e ha un valore per tutta la Sardegna, oltre che per i lavoratori coinvolti. “Sgombrato il campo dallo spettro della liquidazione – ha detto Carrus – occorre svolgere subito un’attività di scouting per trovare soggetti interessati a rilevare la quota maggioritaria della compagnia dentro un progetto industriale che Qatar Airways si è già detta disponibile a sostenere”.
Secondo la Cgil si tratta di un progetto che può essere accompagnato da scelte che impegnino anchesoggetti pubblici: “Sia la Regione Sardegna che la Lombardia potrebbero concorrere alla realizzazione di un progetto industriale partecipativo in una joint venture di soggetti pubblici e privati, con prospettive interessantianche per una possibile collaborazione con la stessa Alitalia, anch’essa in cerca di partners”. Il sindacato, sottolineate le responsabilità aziendali, precisa che “un conto è liquidare, un conto è vendere, e questo è ciò che chiediamo all’Aga Khan”.
Una prima azione di sciopero nazionale di quattro ore era stata proclamata lo scorso 26 luglio 2019, e una seconda azione di sciopero il 25 novembre 2019. Sono stati effettuati, inoltre, scioperi di numerose aziende del settore il 13 dicembre 2019 ed il 14 gennaio 2020 generati della grave crisi che imperversa nel settore del trasporto aereo e dal proliferare di situazioni di pesante crisi industriali, in alcuni casi della stessa impresa, più volte nel tempo, come nella vicenda Alitalia ed Air Italy.