PHOTO
La mobilitazione continua. Prosegue a novembre e dicembre un autunno/inverno di mobilitazione per il sindacato e tutto il mondo del lavoro. La Cgil e tutte le sue categorie sono state protagoniste di un grande momento di partecipazione che ha visto in primo piano le istanze dei giovani, dei lavoratori, degli studenti e dei precari, tutti insieme rappresentati nella straordinaria piazza del 25 ottobre a Roma. Non era un appuntamento facile, con l’attacco al lavoro ed ai suo valori portato avanti da un governo guidato da un Premier di centro sinistra, ma il 25 ottobre è stata l’occasione per il sindacato di far capire quale fosse realmente la posta in gioco e come i provvedimenti contenuti nel Jobs Act – oltre a portare un attacco ai diritti e alle tutele, e quindi alla libertà dei lavoratori tutti – non affrontino i reali problema del Paese.
La crisi, con il tasso di disoccupazione che supera il 12%, non viene fronteggiata con politiche di sviluppo industriale con interventi strutturali anche pubblici, ma si seguita a intervenire sulle leggi che regolano il mercato del lavoro, con il proliferare di una precarizzazione selvaggia, che ha frammentato il mondo del lavoro e ha abbassato tutele, diritti e retribuzioni, con tanto di attacco allo Statuto dei lavoratori. Il Jobs Act, con le lievi modifiche apportate, non cambia – come ha evidenziato il segretario generale della Cgil – la sua natura e le iniziative della Cgil per contrastarlo. E le iniziative, come già era stato annunciato, non sono mancate e non mancano: il 25 ottobre è stato l’inizio, un bell’inizio per un lavoro che si riprende la scena, un lavoro regolare, dignitoso portatore di diritti e dignità e non un lavoro servile. Per questa idea di lavoro la Cgil ha proclamato lo sciopero generale per il prossimo 12 dicembre.
Flai e Uila in piazza il 29 novembre. Prima dello sciopero generale, ad animare due mesi di mobilitazione, anche la Flai Cgil, insieme alla Uila Uil, dà appuntamento il 29 novembre per una manifestazione nazionale a Roma, con corteo da piazza della Repubblica a piazza SS. Apostoli, dove si terrà il comizio finale. Ovviamente al centro della piattaforma i temi della categoria quali: la richiesta di trasformazione in legge delle proposte per la riforma del mercato del lavoro agricolo fondata su trasparenza, legalità rispetto dei diritti e dei contratti per contrastare lavoro nero e caporalato; una politica di interventi per una forestazione produttiva e sostenibile che possa essere strumento di efficace gestione del dissesto idrogeologico; l’applicazione del Testo Unico 81 su salute e sicurezza ai lavoratori della pesca.
Oltre a queste priorità, la piattaforma entra nel merito anche dei provvedimenti contenuti nel Jobs Act, come ha spiegato Stefania Crogi, segretario generale Flai Cgil, nell’illustrare i motivi della manifestazione del 29 novembre. “Ci sono provvedimenti che potrebbero avere un effetto deflagrante per la nostra categoria: penso all’estensione dei limiti per l’utilizzo dei voucher in tutti i settori, dall’agricoltura all’industria, destrutturando il sistema contrattuale e creando lavoratori di serie A e di serie B. Il tema del demansionamento è anch’esso di una gravità estrema, toccando l’aspetto salariale e di inquadramento professionale”. Anche sull’articolo 18 la Flai dice no alle modifiche per i nuovi assunti con contratto a tutele crescenti. Altro elemento di forte preoccupazione è la riforma degli ammortizzatori, che ne riduce risorse e capacità di intervento. “Cosa copriranno i nuovi ammortizzatori sociali? Come gestiremo le crisi? Ad oggi le risorse mancano sia dalla legge delega sul lavoro sia dalla legge di stabilità”.
Il 29 la Flai Cgil sarà in piazza per dire quale dovrebbe essere “il lavoro che vogliamo nell’agroalimentare”, sicuramente un lavoro con più contrattazione, più diritti, più tutele. Ma la Flai sarà in piazza anche per riportare nella giusta considerazione la vertenza dei lavoratori forestali (64.000), oggetto in questi mesi di attacchi ingiustificati, dettati da superficialità ed ignoranza. In alcune regioni – come in Campania – ci sono lavoratori che non ricevono lo stipendio anche da 20 mesi e per questi lavoratori si chiedono soluzioni strutturali. Siamo in un Paese con oltre 6.600 comuni a rischio idrogeologico, la cronaca ogni giorno racconta un dramma che si consuma dal Piemonte alla Sicilia: distruzione, vittime, evacuazioni, interi paesi in allerta permanente anziché in prevenzione e manutenzione permanente. I lavoratori forestali potrebbero essere una grande risorsa, in parte lo sono e la Flai li ha definiti senza retorica “sentinelle del territorio”.
Ma manca una vera governance, una programmazione relativa alle necessità del territorio e quindi la capacità/volontà di utilizzare quelle risorse in grado di conservare e proteggere un territorio, rendendolo fonte di salute e guadagno anziché di disastri ed emergenze. Dopo il 29 novembre sarà la volta dello sciopero generale del 12 dicembre ed anche in questa occasione la Flai sarà in prima fila “per rimettere al centro – afferma Stefania Crogi – le politiche e il valore del lavoro e rendere sempre di più il sindacato protagonista delle proposte messe in campo per far ripartire l’occupazione, anche attraverso un settore come l’agroalimentare che può essere volano di sviluppo per l’intera economia”.