PHOTO
Una vertenza ormai annosa, iniziata nel 2009, e non ancora giunta al capitolo finale. Ragion per cui oggi (martedì 17 ottobre) a Roma, a partire dalle ore 14, i lavoratori di Agile-ex Eutelia saranno di nuovo in piazza, per un presidio sotto la sede del ministero dello Sviluppo economico, a protestare contro la mancata apertura del tavolo di confronto a livello istituzionale per discutere le possibili soluzioni dei problemi occupazionali inattuati.
“Stiamo parlando della sorte di circa 400 addetti, di età media compresa tra i 45 e i 60 anni – afferma Fabrizio Potetti, segretario generale della Fiom di Roma e Lazio – che non hanno trovato una ricollocazione e che a fine dicembre vedranno scadere la mobilità. Ragion per cui, in assenza d’interventi, dal primo gennaio saranno senza reddito. Questo significa che 400 famiglie rischiano di finire in mezzo a una strada”.
Sul banco degli imputati, il governo Gentiloni. “Finora si è contraddistinto per la sua assenza. Al contrario dei precedenti esecutivi, che per fortuna ci avevano sempre dato grande ascolto. A luglio, in occasione della nostra ultima mobilitazione, il viceministro Teresa Bellanova si era impegnata personalmente per la riapertura del negoziato, ma a tutt’oggi, malgrado le tante nostre sollecitazioni, quell’impegno è disatteso”.
L’ultimo confronto tra sindacati e istituzioni risale a quasi due anni fa, quando sottosegretario alla Presidenza del Consiglio era Claudio De Vincenti. “Andato via lui nel 2016 – prosegue il dirigente sindacale – non è successo più nulla e non siamo più stati convocati”. L’operazione che intende fare il sindacato è molteplice e riguarda quattro possibili canali di stabilizzazione del personale. Parliamo in particolare di 250 unità precarie, da tre-quattro anni impegnate nelle cancellerie dei tribunali sotto l’egida del ministero di Giustizia, che dovrebbero essere immesse in organico previo concorso pubblico.
Secondo filone, quello di dare attuazione al protocollo siglato due anni fa al ministero dello Sviluppo economico, riguardante le telecomunicazioni, nello specifico il progetto banda larga. “In tal caso – rileva il sindacalista – è pronta da tempo l’assunzione di personale proveniente da aziende in crisi, inclusi per l’appunto i lavoratori di Agile-ex Eutelia. Si tratterebbe solo di dare il via al progetto, con il placet del governo ovviamente”. Il terzo canale d’immissione di addetti attiene alla certificazione energetica degli edifici pubblici: “In relazione a quanto stabiliscono le norme dell’Unione Europea e utilizzando risorse del bilancio pubblico. Ma anche qui è tutto fermo e non si fa alcuna discussione”.
Quarto e ultimo punto, il tema delle aziende e dei beni confiscati alle mafie. “Da considerare che il Lazio è il terzo territorio per numero di beni sequestrati alla criminalità organizzata, dopo Sicilia e Lombardia. Dunque, è anch’esso un serbatoio capiente per la possibile ricollocazione di molti lavoratori. Quella che manca è solo la volontà politica di dare corso a tutti i progetti sul tappeto”, conclude l’esponente Cgil.