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“No alla privatizzazione delle agenzie fiscali. Il disegno di legge Marino interviene a gamba tesa sulla natura pubblica delle agenzie fiscali, espropria i lavoratori dei propri diritti e allontana la prospettiva del rinnovo dei contratti scaduti da otto anni, mettendo a rischio la qualità dei servizi e le retribuzioni dei lavoratori del fisco italiano”. È quanto denuncia la Funzione pubblica Cgil in un comunicato.
Secondo la categoria, nel disegno di legge in questione “si delinea non solo la creazione di un soggetto privato che dovrebbe gestire in piena autonomia una materia delicata e strategica per la nostra democrazia, come quella fiscale, ma anche l’uscita del comparto agenzie fiscali dal sistema di tutele e dei diritti previste per il pubblico impiego e la sottrazione alla contrattazione di tutte le questioni che riguardano retribuzione, riconoscimento delle professionalità, istituti incentivanti, affidandone la definizione a un atto regolamentare e unilaterale dell’amministrazione. Inoltre, lo spostamento drastico della missione delle agenzie fiscali verso compliance e ravvedimento operoso avverrebbe a danno dell’attività principale di accertamento, sanzione e riscossione dell’evasione fiscale”.
"La risposta a questo tentativo deve essere un secco no alla privatizzazione delle agenzie fiscali e una ferma difesa delle lavoratrici e dei lavoratori che debbono poter migliorare le proprie condizioni senza rinunciare ai propri diritti, rinnovando i contratti e rilanciando la contrattazione nazionale e integrativa. Il nuovo comparto delle funzioni centrali, con le sezioni specifiche per valorizzare le specificità delle agenzie fiscali, è la soluzione efficace. Si rispetti l’accordo del 30 novembre 2016. E si rinnovino i contratti, adesso”, conclude la Fp Cgil.