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I lavoratori delle acciaierie Aferpi, ex Lucchini, di Piombino hanno dato via libera ai sindacati sull'ipotesi di accordo complessiva per gli ammortizzatori sociali, nella trattativa con la proprietà, il 15 novembre, presso il tavolo ministeriale. Ne danno notizia i sindacati Fim Fiom Uilm Ugl di Livorno.
"Dopo l’assemblea di ieri pomeriggio (14 novembre, ndr) – si legge in una nota unitaria -, dove abbiamo spiegato ai lavoratori l’assenza delle risposte da parte del Governo circa la possibilità di agganciare la ex Lucchini al decreto 119 del 23 ottobre, al fine di prorogare per ulteriori 12 mesi ammortizzatori sociali alle attuali condizioni economiche, ed i risultati ottenuti dagli incontri tenuti con l’azienda, abbiamo chiesto di sottoporre l’ipotesi di accordo complessiva ad una consultazione fra tutti lavoratori, che ha avuto il seguente esito: 451 votanti, 88% Si, 11% No 1% Bianche-Nulle".
"Sulla base di questi risultati, e con la responsabilità di mettere in sicurezza i lavoratori", venerdì 16 novembre i sindacati al tavolo a Roma, "apporranno la firma sulla cassa integrazione in deroga e l’accordo aziendale che tra le altre cose prevede l’anticipo della cassa integrazione".
"Rimane tuttavia sorprendente – spiegano - che il Governo attraverso alcuni suoi esponenti dia a tutto il territorio messaggi di sicurezza e serenità non corrispondenti alla realtà. Di fatto saranno tolti ai lavoratori 250/300euro. Così facendo Piombino non è più considerato un sito strategico di interesse nazionale. Continuare a dire che per le ex Acciaierie sono stati finanziati ulteriori 12 + 13 mesi di cassa integrazione, non corrisponde alla realtà dei fatti che ci è stata esposta al Ministero del Lavoro. Se non è un tentativo di salvare la faccia confondendo le acque non può che essere un segno di grande confusione, nella speranza non si tratti di incompetenza".
"Certo – prosegue la nota unitaria dei metalmeccanici livornesi - da parte del Governo si tratta di una mancanza di rispetto e di un gesto che porta all’impoverimento dei lavoratori, delle loro famiglie e dell’intera cittadinanza".
"Mentre continueremo ad incalzare l’azienda perché acceleri sulla realizzazione del piano industriale, sulle rotazioni e formazione così come concordato, dall’altra continueremo chiedere conto al Governo delle risposte che ad oggi non abbiamo avuto in quanto lo strumento che ci accingiamo a firmare potrà essere interrotto in qualsiasi momento per agganciare condizioni di miglior favore", concludono i sindacati.
Aggiornato il 16 novembre, alle 10:53