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"A oltre due mesi dalla presentazione dell'istanza di proroga di ulteriori due anni di contratto di solidarietà, che riguarda oltre 2.100 lavoratori Aferpi, nessun segnale di approvazione da parte del ministero competente e del governo. Piuttosto, sono giunti segnali che destano forte e viva preoccupazione, rispetto a quanto emerso dall'ultima riunione al Mise, sebbene il destino dei lavoratori Aferpi non fosse il tema centrale. Deve essere chiaro che per il sindacato, certo d'interpretare anche il sentimento delle altre segreterie dei metalmeccanici, il contratto di solidarietà deve essere approvato urgentemente e con le stesse caratteristiche del biennio precedente, in ossequio degli impegni che tutti i soggetti, Istituzioni incluse, hanno assunto all'inizio di questo percorso. Se così non fosse, il ministero e il governo si assumeranno la responsabilità dell'imporre l'utilizzo di altri strumenti di ammortizzazione, più costosi per le società e meno tutelanti per i lavoratori". Così David Romagnani, segretario generale Fiom Livorno.
"La conseguenza pratica - temiamo - sarebbe la stessa che abbiamo contrastato nelle imprese dell'indotto: la scelta dei licenziamenti, in quanto meno costosi dei nuovi strumenti di ammortizzatore sociale post Jobs act, scelta che pretendiamo di scongiurare con l'autorizzazione dell'attuale Cds. Così come riteniamo sia utile che il governo intervenga in modo deciso nei confronti dell'Istituto Inps, affinché siano sbloccati per la Regione Toscana gli oltre 30 milioni di residuo cigs, che potrebbero essere destinati a tutti lavoratori dell'indotto che hanno perso il lavoro e ogni forma di sostegno al reddito. A questi lavoratori e a questa organizzazione sindacale non interessano le diatribe politiche: insieme chiediamo che si sblocchino immediatamente risorse già rendicontate dalla Regione, la quale sostiene di essere pronta a utilizzarli proprio per quei lavoratori che in questi due anni, a dispetto della Flex security, nessuno si è preso in carico e ai quali nessuno ha offerto altre opportunità, tanto che oggi non hanno nessunissima altra soluzione. Sulla tutela di questi lavoratori, che abbiano ancora il lavoro o che, purtroppo, lo abbiano già perso, la nostra organizzazione prodigherà ogni sforzo. Per quanto ci riguarda, continueremo ad essere la loro voce affinché non siano dimenticati.