"Preoccupazioni" rispetto agli accordi, apparsi sulla stampa in questi giorni, che vedono coinvolto il presidente Marchi nel riassetto azionario della Società Finit, e conseguentemente sulla governace di Save. Ad esprimerle in una nota sono Cgil e Filt del Veneto. "In sintesi - spiegano - la costituzione della Società BidGo, composta da tre soci, Marchi, fondi tedeschi (Deutsche Bank) e francesi (Infravia), che gestirà l’Offerta Pubblica di Acquisto (Opa) con valore dell’azione previsto a 21 euro (cosa che i mercati stanno già apprezzando), dovrà chiudersi entro l’estate, con un ruolo centrale delle azioni detenute indirettamente dalla Morgan Stanley".
"Sempre secondo le notizie di stampa - proseguono i sindacati - nella partita non è noto quale sarà il ruolo del Società Atlantia che detiene il 22% delle azioni Save. Atlantia è entrata nell’azionariato nel 2016 dichiarando esplicitamente l’interesse puramente finanziario dell’operazione. Come è noto l’accordo dei soci Finit, non è maturato da scelte di bussines aeroportuale, ma da necessità finanziarie di uno dei soci".
Ora, la domanda che Cgil e Filt pongono è: "Veramente Marchi è riuscito nell’operazione machiavellica di 'cambiare tutto per non cambiar nulla' riuscendo a liquidare il socio storico e mantenendo il controllo aeroportuale? La nostra preoccupazione - continua il sindacato - riguarda la natura finanziaria dell’operazione. Qual è il progetto industriale che si vuole perseguire?".
Cgil e Filt ricordano che la Save nel 2016 ha realizzato un fatturato di 188 milioni di euro (+13%) grazie all’aumento delle tariffe (secondo contratto di programma) e del traffico aereo, e la crescita dei ricavi non aereonautici. I passeggeri di Venezia e Treviso hanno superato i 12 milioni, e 2,8 milioni a Verona. L’occupazione aeroportuale supera i 3.000 lavoratori e sono molti i lavoratori occupati nell’indotto così come è importante l’economia che da questo si genera.
"Per questo - insistono il sindacato confederale e di categoria - riteniamo fondamentale avere chiarezza circa questa operazione e che ne venga esplicitato il progetto che, a nostro avviso, deve rimanere basato su scelte strategiche industriali aeroportuali e non meramente finanziarie. Riteniamo che anche il sistema economico/produttivo e politico del Nord Est dovrebbe avere analoga preoccupazione. Rileviamo invece un silenzio assordante. L’ingresso di fondi stranieri non è certo una novità per il sistema produttivo italiano, ma pensiamo che invece di stracciarsi le vesti ad ogni nuova acquisizione, gli imprenditori italiani e la politica dovrebbero interrogarsi sulle scelte o sulle mancate scelte di politica industriale e di capacità imprenditoriale che stanno caratterizzando il paese, ma anche il Nord Est, in questi ultimi anni".
"Chiediamo chiarezza sull’operazione - concludono Cgil e Filt del Veneto - sul futuro e sulle ricadute produttive ed occupazionali sul sistema aeroportuale e sull’economia del Nord Est. Ci aspettiamo di essere convocati urgentemente per avere le risposte necessarie sullo sviluppo dell’economia e del lavoro aeroportuale".