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Grazie alla pressione continua della campagna #ASTEnetevi promossa da Terra!, Flai Cgil, da Sud e dalla campagna #FilieraSporca, una parte importante della grande distribuzione organizzata si impegnerà ad abbandonare la controversa pratica delle aste on line al doppio ribasso sui prodotti alimentari. Durante una conferenza stampa al ministero delle Politiche agricole, oggi è stato approvato un protocollo di intesa tra il ministero, Federdistribuzione e Conad che spinge gli aderenti a rispettare alcuni capisaldi della battaglia portata avanti in questi anni dalle associazioni e dai sindacati.
Il documento prevede l’istituzione di una pagina dedicata sul sito del ministero, sulla quale saranno pubblicate tutte le sigle della grande distribuzione che accetteranno questo “codice etico”. Verranno periodicamente effettuate verifiche dal Ministero, con la possibilità di segnalazioni di terze parti, per controllare l’effettivo rispetto delle disposizioni. La più importante riguarda l’impegno a non ricorrere alle aste elettroniche inverse per l’acquisto dei prodotti agricoli e agroalimentari, mentre spicca anche la possibilità per i firmatari di sperimentare sistemi di trasparenza come l’etichetta narrante, che informino i consumatori sulla provenienza delle materie prime, il rispetto delle norme sul lavoro agricolo e i passaggi di filiera.
«Si tratta di una vittoria importante per l’agricoltura italiana – dichiarano congiuntamente i promotori della campagna – Grazie anche all’impegno del ministro delle politiche agricole Maurizio Martina, oggi si pongono le basi per l’abbandono di un meccanismo pericoloso come le aste on line al doppio ribasso, che incidono sul prezzo dei prodotti schiacciando tutta la filiera, impoverendo i produttori e aggredendo le condizioni di lavoro e i diritti dei lavoratori. Salutiamo con favore anche i buoni propositi per aumentare la trasparenza verso i consumatori, anche se resta molto lavoro da fare sull’etichettatura dei prodotti e sulla adesione delle aziende alla Rete del Lavoro agricolo di qualità».
«Ci auguriamo che altri attori importanti come Coop Italia, Eurospin e Lidl firmino al più presto questo protocollo – prosegue la nota – che rappresenta un primo passo verso il riequilibrio dei rapporti di filiera, che al momento sono troppo sbilanciati in favore della distribuzione, penalizzano il settore produttivo e contribuiscono a creare terreno fertile per lo svilupparsi di fenomeni inaccettabili, come lo sfruttamento e il caporalato. Ci auguriamo che queste importanti sigle decidano al più presto di rivedere la loro posizione: continueremo a fare pressioni perché aderiscano al protocollo e aumentino la trasparenza».
ASTE ON LINE: UN FENOMENO PREOCCUPANTE
Con il rapporto “Spolpati – La crisi dell’industria del pomodoro tra sfruttamento e insostenibilità”, presentato a novembre dalla campagna #FilieraSporca la pratica delle aste on line al doppio ribasso è diventata di dominio pubblico. Una serie di inchieste pubblicate su Internazionale e la successiva campagna di pressione #ASTEnetevi ha permesso di mettere in ulteriore risalto il modo in cui questo meccanismo – con cui diverse sigle della distribuzione acquisiscono parte delle forniture agroalimentari – contribuisce a schiacciare i prezzi a monte della filiera, causando una serie di effetti a catena e scaricando le esternalità negative sull’anello più debole: la manodopera. Fenomeni come lo sfruttamento in agricoltura e il caporalato, è la tesi di #FilieraSporca, vanno inquadrati in un contesto più ampio, che comprenda tutte le distorsioni della catena di produzione e distribuzione di un prodotto, tanto più difficili da prevenire quando manca un ingrediente fondamentale: la trasparenza.
Il meccanismo delle aste inverse, o al doppio ribasso, oggi si svolge per parecchi prodotti confezionati: il pomodoro, l’olio, il caffè, i legumi e le conserve di verdura. Come spiega lo stesso sindacato, il sistema è utilizzato inizialmente dai grandi gruppi esteri del discount, in primis Lidl, e dagli operatori francesi (Carrefour e Auchan), oggi è una pratica comune di gran parte delle catene distributive. Ai fornitori, le centrali d’acquisto della grande distribuzione chiedono tramite e-mail ad avanzare un’offerta per la vendita di uno stock di prodotto. Raccolte le proposte, lanciano una seconda asta, nuovamente al ribasso, partendo dal prezzo inferiore spuntato nella prima. In pochi minuti, su un portale web, il fornitore è chiamato a competere selvaggiamente con altri per aggiudicarsi la commessa.
Durante queste aste, prosegue la Flai, non è raro che ballino cifre nell’ordine delle centinaia di migliaia di euro. Chi si aggiudica la fornitura, spesso si è spinto talmente al limite da doversi rivalere nei confronti dei produttori da cui acquista la merce. A loro volta, questi ultimi si possono trovare in difficoltà nel garantire i diritti fondamentali ai lavoratori agricoli. In tal modo, il meccanismo delle aste al doppio ribasso contribuisce a rendere più difficile l’eradicazione dello sfruttamento e del caporalato.