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Esodi incentivati su base volontaria e ricollocazione dei lavoratori all’interno del perimetro aziendale. È questa la soluzione trovata in extremis per i dipendenti della multinazionale della logistica Fedex-Tnt (aziende ancora divise ma destinate all’integrazione, visto che la Fedex ha acquisito la Tnt nel maggio 2016 per 4,4 miliardi di euro), che aveva presentato un durissimo piano di riorganizzazione, articolato in quattro procedure complessive tra licenziamenti e trasferimenti collettivi, prevedendo l’allontanamento di 361 lavoratori (315 in Fedex, quasi tutti corrieri, e 46 in Tnt) e 115 spostamenti di sede, perlopiù verso Milano e Roma (23 dipendenti di Fedex e 92 addetti alle vendite di Tnt, tutte donne).
“Scongiurati i licenziamenti e fermati i trasferimenti per tutti gli addetti e le addette, attraverso ricollocazioni all'interno del perimetro aziendale e nelle stesse aree, a partire dalla Lombardia, dal Piemonte e nel Mezzogiorno, ed esodi volontari incentivati”. Questo il contenuto dell’intesa raggiunta al ministero del Lavoro, spiegano Giulia Guida (segretaria nazionale Filt Cgil) e Antonio Pepe (Filt Cgil): “È importante aver ottenuto le necessarie garanzie occupazionali con il mantenimento dei diritti normativi e salariali all'interno dell'azienda sia per chi rischiava il licenziamento sia per chi rischiava il trasferimento, a seguito della chiusura della propria filiale. Con l'accordo siamo riusciti a mantenere l'occupazione, in particolare al Sud, dove non ci sono sufficienti possibilità di essere ricollocati”.
I dirigenti della Filt rimarcano anche l’importanza di aver “ottenuto la sottoscrizione del ‘protocollo sugli appalti’ che garantisce, come in altre realtà del trasporto e della consegna delle merci, il divieto di subappalto, la possibilità di rivolgersi solo a soggetti con requisiti finanziari solidi e il rispetto pieno del contratto nazionale Logistica, trasporto, merci e spedizione”. Guida e Pepe, infine, sottolineano che “ora, attraverso incontri costanti con l'azienda ed entro l’aprile del 2019, quando sarà auspicabilmente applicata la riorganizzazione aziendale, monitoreremo l'applicazione dell'accordo”.
Entrando nello specifico dell'accordo, al momento sono state definite 208 ricollocazioni. "Nel primo incontro di verifica, a settembre, saranno aggiunte altre posizioni", precisa la Filt: "Ulteriori 28 ricollocazioni sono state indirizzate al personale per il quale l'azienda aveva previsto il trasferimento forzato. Per coloro che saranno avviati a un percorso di ricollocazione è stato previsto un adeguato supporto formativo per una corretta riconversione professionale". Per quanto attiene all'esodo volontario incentivato "sono state previste attribuzioni economiche che vanno dalle 15 mensilità per il personale con anzianità fino a sei anni, a un massimo di 30 mensilità per il personale con oltre 30 anni di anzianità. A tali somme saranno aggiunte ulteriori sei mensilità, a prescindere dall'anzianità, per tutte le persone che richiederanno volontariamente l'esodo entro il 31 dicembre 2018". Infine, per le lavoratrici e i lavoratori che "intenderanno trasferirsi volontariamente in siti produttivi distanti più di 50 chilometri dalla sede di lavoro in cui operavano prima dell'intesa attuale saranno riconosciute 18 mensilità a titolo di disagio".
Per Claudio Tarlazzi, segretario generale della Uiltrasporti, i sindacati sono riusciti “a ottenere l'accordo migliore possibile. Abbiamo ottenuto importanti risultati: l'eliminazione del problema dell'impatto sociale al Sud, scongiurando trasferimenti insostenibili al Nord; nessun licenziamento, ma solo uscite volontarie incentivate; un percorso tutelato dal ministero per tutti i lavoratori da ricollocare; un sostegno economico per i lavoratori trasferiti o ricollocati con orario di lavoro ridotto”. Maurizio Diamante, segretario nazionale della Fit Cisl, evidenzia che “ancora una volta la contrattazione si conferma uno strumento determinante per risolvere anche le problematiche più complesse. Conclusa questa delicata vertenza, chiediamo al governo di riaprire urgentemente il tavolo sulla logistica presso il ministero dello Sviluppo economico: questo settore ha bisogno urgentemente di legalità e regole certe, perché dai rider agli scioperi selvaggi, passando per il dumping e le crisi aziendali, sono tanti i nodi da sciogliere che ne stanno frenando la crescita”.