La pillola abortiva Ru486 in Italia c'è, ma non si vede. Basta dire che nel mese di maggio le confezioni di Ru486 distribuite negli ospedali della Penisola sono state appena 300, mentre ad aprile, primo mese di distribuzione, erano state 1.100. Inoltre, nel Lazio e in Calabria il numero degli ordini è ancora fermo a zero. A rivelarlo è un'indagine elaborata per Adnkronos Salute da Marco Durini, direttore medico dell'azienda di distribuzione Nordic
Pharma che denuncia: "Attorno alla Ru486 si è creato un sistema 'gelatinoso' che tutto assorbe e rallenta".
Spiega Durini: "Alcune regioni come il Lazio, la Campania, la Sicilia e sorprendentemente l'Emilia Romagna, che fanno comunque registrare un numero elevato di interruzioni di gravidanza, di fatto non solo non richiedono il farmaco, ma anzi non si sono fatte vive nemmeno per qualsivoglia informazione scientifica".
Dall'analisi si conferma inoltre la spaccatura tra Nord e Sud del Paese. Nella classifica delle regioni da cui sono partiti più ordini spicca al primo posto la Toscana con 334 confezioni, seguita dagli ospedali della Lombardia (253). Poi la Liguria (149) e la Puglia (102). Significativo il dato del Trentino alto Adige con 56
ordinativi, poco inferiori a quelli di alcune regioni, come l'Emilia
Romagna (79), che ha una popolazione quattro volte superiore.
Aborto: Ru486 tabù, a maggio solo 300 scatole vendute
31 maggio 2010 • 00:00