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“Non sono mancate in passato divergenze, ma oggi Patuelli ha fatto una relazione di alto profilo sul piano intellettuale e sui problemi del settore. Ho apprezzato il riconoscimento al valore delle parti sociali e del contratto nazionale innovativo, insieme alla giusta rivendicazione sul fatto che non abbiamo lezioni da prendere da nessuno sul piano del numero di sportelli e dell'occupazione”. Così il segretario generale della Fisac Cgil, Agostino Megale, commenta la relazione oggi del presidente dell'Abi, Antonio Patuelli.
“Giusto il richiamo all'etica, peccato - precisa - mancasse un richiamo alle azioni di responsabilità nei confronti di quei banchieri che hanno portato al rischio fallimento le quattro banche, così come le due venete”. Inoltre, aggiunge il leader della Fisac Cgil, “l'allarme lanciato sull'Europa andrebbe ulteriormente rafforzato verso il Governo affinché faccia la sua parte fino in fondo e metta in sicurezza tutto il settore a partire da Monte Paschi di Siena”.
Quanto invece all'intervento del ministro dell'Economia, Piercarlo Padoan, il numero uno della categoria dei lavoratori del credito della Cgil osserva: “Dal Padoan, di cui conosco competenza ed equilibrio, mi aspettavo più nettezza, poiché quando la 'casa brucia' alle parole devono seguire fatti concreti. Stavolta, a differenza di quando la Spagna istituì la Bad Bank o la Germania mise in sicurezza le sue banche con oltre 230 miliardi di euro pubblici, il ministro dell'economia non se la può cavare con le parole generiche di questa mattina. È tempo di risultati concreti nel negoziato con la Commissione europea, sui crediti deteriorati, sui derivati da inserire negli stress test e sull'intervento pubblico a sostegno di eventuali ricapitalizzazioni, dando uno stop al rischio bail-in sulle subordinate”, conclude Megale.