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Sciopero oggi (venerdì 25 maggio) a Milano dei rider e flash mob (alle 14.30) in piazza XXIV Maggio. A proclamare la mobilitazione di “tutti i lavoratori che consegnano merce e cibo mediante l'utilizzo di cicli e motocicli indipendentemente dalla forma contrattuale che li riguarda” è la Filt Cgil territoriale. A motivare la protesta il grave incidente occorso giovedì 17 nel capoluogo lombardo (in via Montegani) a Francesco Iennaco, fattorino 28enne, assunto con un contratto annuale dalla piattaforma online di food delivery Just Eat, che ha subìto l’amputazione di una gamba dopo essere scivolato con il proprio scooter sotto un tram mentre ne giungeva un altro nella direzione opposta.
La Filt milanese chiede, anzitutto, l'immediata “convocazione di un tavolo di confronto al fine di concordare le forme migliori di contrattualizzazione dei lavoratori interessati”. Per il sindacato dei trasporti Cgil sono molte le questioni da affrontare, dalla “modalità di organizzazione del lavoro alle corrette retribuzioni, dalle giuste tutele per l'incolumità di chi quotidianamente opera sulle strade delle città alla corretta formazione per la sicurezza, dall’adeguato investimento sugli strumenti di lavoro alla necessaria tutela sanitaria e professionale”. La Filt, dunque, invita tutti i lavoratori “a mobilitarsi per aprire una vera e proficua contrattazione con le organizzazioni firmatarie del contratto nazionale del trasporto merci e della logistica e affinché il legislatore intervenga con norme chiare e di garanzia per i lavoratori e i consumatori”.
Sono 3 mila i rider che lavorano a Milano. Il 90 per cento di questi, spiega il segretario generale della Filt di Milano Luca Stanzione, lavora “con ritenuta d'acconto, senza le coperture assicurative minime e periodi di formazione sulla sicurezza. Eppure sono trattati come personale subordinato a tutti gli effetti, tanto che alcune piattaforme espellono i rider che rifiutano più di tre consegne”. L’esponente sindacale chiede alle aziende “di non sottrarsi più a un tavolo con le parti sociali: è necessario definire una normativa a livello nazionale, nonostante alcune regioni come Lazio e Toscana si siano mosse per regolamentare l'attività dei rider”. Per Stanzione le “piattaforme online sono chiamate ad assumersi le loro responsabilità: non hanno più scuse, perché dal 1° marzo la figure del rider va inquadrata con il contratto nazionale del trasporto merci”.
“Mentre, dopo la sentenza di Torino, ci si interroga se quello dei rider è lavoro dipendente, si rischia la vita sul lavoro”. A dirlo è la segretaria nazionale della Filt Cgil Giulia Guida, a seguito dell’incidente di Milano, sottolineando che “sono sempre più necessarie regole per garantire i diritti di sicurezza e salute sul lavoro, oltre a trattamenti retributivi equi”. Per la dirigente nazionale della Filt “occorre da subito un coinvolgimento delle istituzioni locali per garantire maggiori tutele nello svolgimento del lavoro che cambia da città a città".