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A dicembre 2017 si è concluso il bando integrativo per le case popolari a Firenze: ad un anno di distanza, oltre 500 famiglie hanno fatto richiesta di una casa del Comune, andando ad aumentare la graduatoria fino 2454 nuclei familiari. Già nel settembre del 2016, in occasione del suddetto bando, il Sunia aveva effettuato una indagine tra gli iscritti, evidenziando una situazione di grande difficoltà economica e sociale tra coloro che si erano rivolti al sindacato per riempire la domanda di un alloggio pubblico.
A distanza di 18 mesi, il Sunia ha di nuovo fatto un sondaggio per capire se la situazione era cambiata. Ciò che emerge da questo campione di persone fa riflettere su come la città di Firenze sia diventata sempre più inospitale e come ormai la casa sia diventata un elemento di forte esclusione sociale.
Il campione di intervistati è stato di 674 persone che tra il 5 settembre 2017 e il 30 aprile 2018 si sono rivolte agli uffici del Sunia di Firenze. Il 38% per cento sono cittadini stranieri, dei quali il 15% dell’America latina, il 26% albanesi, il 14% della ex Jugoslavia, il 45% del nord Africa, il restante 10% sono varie nazionalità. Mentre il 62% sono cittadini italiani. Di questo campione, solo 137 persone hanno fatto la domanda per le case popolari.
I dati del questionario
La dura realtà del territorio, manifestata in tutte le interviste, ha un unico comune denominatore: la quasi impossibilità di trovare una casa a Firenze. Mentre fino a qualche anno fa ci si scontrava con un mercato delle locazioni che escludeva a causa dei canoni di locazione esorbitanti, oggi c’è l’impossibilità di trovare anche alloggi in affitto a canoni alti. Siamo in presenza di un mercato bloccato, a causa del turismo, che detta i ritmi e i tempi dell’abitare in città. Ci troviamo di fronte al paradosso che persino gli studenti, un tempo merce rara per i proprietari, incontrino difficoltà a trovare soluzioni di alloggio in città, e siano costretti a spostarsi sulla direttrice delle linee dei treni.
La difficoltà di trovare una casa a Firenze ha fatto spostare sugli altri comuni delle aree metropolitane chi cercava una casa in affitto, facendo così aumentare anche in quei luoghi i canoni di locazione e facendo conoscere il problema dell’emergenza abitativa dove non si era mai presentata. Ormai per accedere ad un alloggio in affitto, bisogna avere dei requisiti necessari, pena l’esclusione dal mercato della locazione: almeno due contratti a tempo indeterminato. E va da sé che prendere una casa in affitto diventa sempre di più un percorso ad ostacoli, un vreo e proprio miraggio.
La difficoltà nel reperire un alloggio, si scontra con una difficoltà anche di natura lavorativa. Infatti, dal campione intervistato, il 47% dichiara di essere occupato con contratto a tempo determinato, il 21% di essere disoccupato, solo il 32% ha un contratto a tempo determinato; il 100 % del campione riferisce di non riuscire ad arrivare alla fine del mese.
Il dato che ha confermato le preoccupazioni è quello relativo ai costi dell’abitare: infatti l’89% delle persone intervistate ha riferito che le voci che più gravano sul loro reddito sono il costo dell’affitto, la rata del mutuo e delle spese condominiali. Il 64% delle famiglie ha spese che incidono per oltre il 53% del loro reddito. Il 34% dichiara che incide tra il 30% e il 35%; il 2% sotto il 30%.
La città di Firenze presenta un mercato degli affitti ‘desolante’ dove molto difficile ormai trovare soluzioni abitative adeguate ai redditi delle famiglie. Il boom degli affitti brevi per turisti ha reso sempre più improbabile trovare una soluzione abitativa per le famiglie, ma soprattutto diventa un caccia al tesoro reperire un alloggio a prezzi equi.
Il 68% degli intervistati riporta di aver trovato un grande aumento per quanto riguarda le bollette dei servizi: acqua (il 100%. con bollette-salasso), luce e gas sono la triade maledetta, che ogni due mesi fa piangere gli intervistati. I mesi invernali sono quelli più temuti: quando arriva novembre, con il freddo e l’ora legale, si cerca di fare di tutto per non rimanere svenati e senza liquidità fin dalla prima quindicina del mese.
Il 37% abita in appartamenti umidi, con tracce di muffa alle pareti e soffitte che presentano una umidità diffusa e permanente; mentre il 44% dichiara di soffrire il freddo d'inverno, non potendo riscaldare adeguatamente la propria casa.
E’ stato poi chiesto agli intervistati come fanno a far quadrare il bugdet familiare:
- il 57 % riferisce di fare grossi salti mortali per arrivare a fine mese;
- il 22% di arrivarci grazie ad aiuti esterni (familiari);
- il 21% di non farcela proprio ad arrivare alla fine del mese e di non riuscire a pagare affitto o condominio.
Un 10% circa del campione riferisce di essersi rivolto a finanziarie per un prestito, necessario a far fronte al canone di locazione, per una momentanea difficoltà economica. La prima casistica di chi fa i salti mortali e riesce a non essere moroso dichiara di rinunciare a: vacanze (un 35% dichiara di non fare vacanze da 5 anni), pizzeria (i ristoranti sono entità sconosciute ai più), cinema/teatro/libri, palestra, attività ludiche per i figli. Il 73% degli anziani dichiara di rinunciare alle spese sanitarie troppo costose: ma l’aspetto che ha più colpito riguarda le spese dentistiche, dove quasi il 90% dei casi ci dice di rinunciare alle spese dentistiche e di dover rinunciare all’apparecchio per denti dei figli.
L'unica nota ‘drammaticamente’ positiva è il netto calo dello sfratto per finita locazione: solo un 10% di intervistati dichiara di avere una sfratto perché il contratto è finito. E questo dato non vuol dire che no vi sono più sfratti a Firenze; infatti sono tutti per morosità ed oltre il 45% dichiara di avere un’esecuzione forzata in corso, ma con la nuova legge, tale fattispecie non prevede un punteggio nella domanda.
Firenze e gli sfratti
Gli ultimi dati elaborati dal ministero dell’Interno sul numero di sfratti emessi nei capoluoghi di provincia nel corso del 2017 confermano ciò che il Sunia e Cgil da tempo avevano più volte denunciato e paventato: la costante e progressiva presenza degli sfratti per morosità, a seguito della perdita del lavoro. Il capoluogo di Regione, Firenze, risulta essere seconda città in Italia in rapporto ai numeri di abitanti , con 4291 di richieste di esecuzione nel 2017, preceduta da Milano, ma è ancora una volta capitale degli sfratti eseguiti per morosità rispetto al numero degli abitanti. L’elemento che desta maggiore preoccupazione è dovuto all’aumento del numero delle convalide di sfratto rispetto all’anno precedente. Negli ultimi tre mesi i dati sono spaventosi:
- 130 sfratti al mese con forza pubblica
- il 98% di questi sono sfratti per morosità
- l’80% di questi questi per morosità sono dovuti alla perdita di lavoro, riduzione orario di lavoro, chiusura della propria attività
A Firenze la situazione e’ sempre pesante: nelle cancellerie aumentano le richieste di convalida di sfratto. I prossimi mesi saranno caratterizzati da una miriade di nuclei familiari che dovranno fare i conti con la polizia alle porte (in linea col trend, si stimano oltre 600 sfratti nei prossimi tre mesi). Intanto, le domande di alloggio Erp avranno una risposta solo nel 4 ha avuto una casa popolare dalla graduatoria.
Le proposte di Sunia e Cgil
“Di fronte ad un quadro a tinte fosche, di famiglie che sono costrette a causa di canoni di locazione alti, a rinunciare a tutta quella parte di vita attiva, di crescita, di cura, di educazione, di vita, il Sunia e la Cgil si chiedono se non sia giunto il momento di riportare al centro dell’agenda politica il problema abitativo”. E’ quanto rilevano Laura Grandi (segretaria generale Sunia Firenze) e Paola Galgani (segreteria Cgil Firenze). E proseguono: “Che il tanto sventagliato tema della sicurezza da far veramente emergere, sia quello della sicurezza sociale, dei diritti negati, tra i quali ci sta quello del diritto ad una casa: una casa ad affitti sostenibili, che permetta alle famiglie di poter liberare il proprio reddito per la propria vita, socialità, ascensione sociale. Di fronte a questa grave situazione di disagio, gli interventi della politica devono essere a 360 gradi, intanto Sunia e Cgil chiedono all’amministrazione un’azione volta a liberare gli alloggi nel mercato del privato, dalla ghigliottina degli affitti turistici, che stanno sottraendo ai residenti la possibilità di trovare un alloggio libero che non sia destinato alle locazioni mordi e fuggi e che stanno trasformando Firenze in una città museo. Agire con la leva fiscale per facilitare i canoni calmierati, tramite gli accordi territoriali”.
Cgil e Sunia propongono di “istituire un fondo di garanzia a sostegno delle famiglie in affitto colpite dalla crisi economica, un vero e proprio ammortizzatore sociale che consiste nel garantire a chi e’ disoccupato, in mobilità, in cassa integrazione ordinaria e straordinaria”.
Per il sindacato è necessario “implementare lo strumento del contributo in conto affitto, che da la possibilità alle famiglie di avere uno strumento che li aiuta a non cadere nella morosità, in vigenza di contratto, attingendo casomai dall’extragettito della tassa di soggiorno. E’ comunque giunto il momento di affrontare il disagio abitativo con politiche di ampio respiro che prevedano un piano pluriennale di aumento dell’offerta di alloggi sociali in affitto a canoni sostenibili (puntando sul recupero di aree ed edifici dismessi senza ulteriore consumo di suolo) e una dotazione finanziaria certa e continuativa per permettere programmazione degli interventi e sostegno diretto agli inquilini in difficoltà”, concludono Grandi e Galgani.