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Lunedì 4 marzo 2013: una data che tutti i napoletani ricordano. Alle 21.30 un incendio doloso distrusse gran parte importante dello Science Centre della Città della Scienza di Bagnoli, Napoli. Andarono in fumo – oltre a un pezzo di storia industriale del paese restituita ai cittadini – strutture di accoglienza per i visitatori e una serie di laboratori didattici fondamentali non solo per la funzione educativa che svolgevano ma anche perché rappresentano una fonte di autofinanziamento per l’intera Città.
Ebbene, grazie alla raccolta di fondi promossa dalla Flc Cgil, proprio in questi giorni uno di quei laboratori riapre i battenti. Si tratta dell’Educational Centre e Officina dei Piccoli Faber, un laboratorio destinato alla diffusione della scienza e della tecnologia tra i bambini, una vera e propria officina di robotica destinata ai più piccoli progettata e realizzata insieme all’Università Federico II di Napoli e ad altre strutture di ricerca. Questo percorso di crowdfunding, che è iniziato coinvolgendo iscritti e simpatizzanti in rete, è nato in occasione di un’altra scelta dal sapore fortemente simbolico operata dalla Flc Cgil: quella di svolgere lo scorso anno proprio all’interno della Città della Scienza il proprio terzo congresso.
La scelta è caduta sulla robotica per la sua comprovata efficacia didattica, sia dal punto di vista metodologico che tecnologico, per l’interdisciplinarietà che comporta e per il suo potenziale valore di orientamento verso futuri percorsi scientifici e tecnologici. La robotica raccoglie tutte le competenze necessarie alla costruzione di macchine (meccanica, elettrotecnica, elettronica), computer, programmi, sistemi di comunicazioni e reti.
“Per noi – spiega Maurizio Lembo, segretario nazionale Flc Cgil – si tratta di un risultato importantissimo, che serve anche a ribadire il ruolo sociale del sindacato. Oltre che nella raccolta fondi, ci siamo anche impegnati a collaborare per la diffusione dei progetti didattici”. “Abbiamo respirato in questi anni – aggiunge il sindacalista – la passione che i lavoratori della Città della Scienza ci hanno trasmesso. Così come speriamo che ricercatori e insegnanti possano tornare presto a usufruire appieno di un luogo che è coagulo di innovazione scientifica, ricerca e didattica e che dunque rappresenta la sintesi di quello che come sindacato della conoscenza cerchiamo di rappresentare al meglio”. Una sinergia interessante, appunto, per i "pezzi" di mondo che mette insieme: università, lavoratori, sindacati e il mondo delle start-up che collaborano fattivamente al progetto.
In attesa che la giustizia stabilisca la verità su quel maledetto rogo e che nel 2017 si completi la ricostruzione della Città – “come’era, dove era, più bello di prima”, come dicono a Bagnoli – l’apertura di questo laboratorio è già un gran bel segnale.