Nell’ultimo periodo, in Italia e a livello internazionale, la condizione dei diritti delle donne è tornato a essere un tema di forte attualità: dalle dichiarazioni del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ai numeri allarmanti riguardanti le mutilazioni genitali femminili nel mondo e in Europa, fino alle discussioni di estrema attualità nel nostro Paese riguardanti l’applicazione della legge 194, le condizioni dei centri antiviolenza, il tema della precarietà lavorativa e dell’assenza di tutele.
“Per scardinare questi squilibri e superare gli stereotipi di genere, scuola e università devono svolgere un ruolo di sensibilizzazione, partendo dall’educazione sessuale nelle scuole, formando cultura critica” dice Giammarco Manfreda, coordinatore della Rete degli studenti medi: “È necessario porre lo sguardo oltre il risultato immediato per puntare alla costruzione di una cultura in cui vi sia consapevolezza riguardo i diritti di genere e rispetto dell’identità di genere, in cui si sappiano affrontare i temi della sessualità, dell’affettività, dell’identità di genere oltre l’attuale struttura binaria”. Contemporaneamente, aggiunge Manfreda, è necessario “costruire un sistema di welfare che finalmente permetta a una donna di far convivere vita familiare con vita lavorativa, senza dimenticare la necessità di rafforzare il funzionamento dei centri anti-violenza e delle strutture di ascolto”.
Elisa Marchetti, coordinatrice dell’Unione degli Universitari, punta invece l'indice sull’attuale “modello economico che privilegia il lavoro non tutelato, che semplifica le procedure di licenziamento e amplia l’utilizzo dei voucher”. In un Paese in cui è ancora “estremamente diffusa la pratica delle dimissioni in bianco, è necessario aprire una riflessione seria su come questo modello possa essere superato, su come sia possibile creare uguaglianza sostanziale e maggiori tutele e diritti per tutte e per tutti”. In questo senso, aggiunge Marchetti, i referendum promossi dalla Cgil “rappresentano un primo passo cui dare pieno e completo sostegno, guardando a un ripensamento complessivo dei diritti e delle tutele: la Carta dei diritti universali del lavoro promossa dalla Cgil è la proposta cui guardare”.
Marchetti e Manfreda, in conclusione, sottolineano quanto sia “inutile focalizzare l’attenzione solamente sull’8 marzo. È inutile porsi il problema del femminicidio nelle ricorrenze da calendario, così come è inutile porre il tema del superamento degli stereotipi di genere solamente di fronte a tragedie sociali. È inutile che siano solamente alcuni corpi sociali a interrogarsi sulla tutela dei diritti di genere”. Per i due rappresentanti degli studenti medi e degli universitari “la condizione essenziale per un vero progresso sociale non può che essere l’uguaglianza sostanziale. Noi ci battiamo e ci batteremo affinché la cultura dei diritti non sia un banale slogan, ma sia un obiettivo diffuso delle battaglie quotidiane nelle scuole e nelle università, dalla tutela del diritto allo studio alla necessità di superare la precarietà nell’accesso al mondo del lavoro”.