Un'assunzione straordinaria di medici, infermieri e ostetriche non obiettori per dare attuazione alla legge 194. Perché sia garantita a tutte le donne l'affermazione di un primato di scelta che a loro, soltanto a loro, spetta. Contro gli ostacoli, le complicazioni, le barriere che in questo paese impediscono la possibilità di interrompere gravidanze indesiderate. Spesso allargando l'obiezione di coscienza del singolo alla struttura stessa in cui si opera. Se vogliamo dare un senso vero e pieno a questo otto marzo, mettiamo al centro libertà e autodeterminazione delle donne, alzando il diritto.

Viviamo in un paese dove circa il 75% del personale ospedaliero fa ricorso all'obiezione di coscienza e dove tante, tantissime donne, spesso al Sud, sono costrette a veri e propri viaggi della speranza: fare migliaia di chilometri per poter esercitare un diritto garantito dalla legge. Un paese che per un verso non agevola le donne su questo fronte e per l'altro alza le sanzioni per chi fa ricorso all'aborto clandestino. 
Ecco, se vogliamo evitare un nuovo insopportabile bagno nella retorica dell'otto marzo, pretendiamo tutte e tutti un effettivo cambiamento, che determini una libertà piena per le donne attraverso l'esercizio e l'esigibilità di un diritto garantito dalla legge. 

La nostra categoria da tempo su questo fronte ha avanzato proposte: il conferimento di responsabilità dirigenziali nelle strutture ospedaliere a chi garantisce l'attuazione della legge, insieme alla presenza adeguata di personale non obiettore.
Ci sono due libertà che configgono: quella delle donne che vogliono ricorrere all'interruzione di gravidanza, quella del personale obiettore che può rifiutarsi di garantire l'esercizio di questo diritto delle donne. È un conflitto che va sanato perché, in uno stato laico come si professa essere il nostro, deve poter vincere la libertà garantita dalla legge.
Una legge di libertà per tutte non può essere disapplicata dai convincimenti personali. Diamo alle donne i diritti e le libertà che gli spettano e che, fuor di retorica, si meritano. 

*Rossana Dettori è segretaria generale della Fp Cgil