"Sono un figlio della crisi, dello smantellamento della scuola, della precarizzazione del lavoro: in un periodo in cui i deboli sono diventati debolissimi; sono figlio della fine dello stato sociale. Di una generazione che ha smarrito il senso della parola futuro". Così Alberto Irone, portavoce nazionale della rete degli studenti nel suo intervento in piazza san Giovanni. "Siamo in tanti a non poterci pagare le tasse – ha aggiunto –, a non poter entrare all'università per il numero chiuso. e non possiamo sognare di diventare medici, architeti e veterniraie. E siamo quelli che durante i mesi estivi lavorano" Gli studenti, ha detto Irone, sono in piazza perché non possono permettersi "una riforma del mercato del lavoro senza welfare e politiche occupazionali. E perché non puo esistere nessuna buona scuola senza buon lavoro". "Oggi – ha scandito – siamo in piazza insieme ai lavoratori e alle lavoratrici non solo per manifestare la nostra solidarietà, ma perché tocca anche a questa piazza difendere la nostra generazione, combattere per tutele e lavoro stabile e non precario".
25 ottobre, Irone: studenti in lotta con i lavoratori
25 ottobre 2014 • 00:00