"Sappiamo che tante idee della legge delega sul lavoro vengono da Confindustria. E pensiamo che gli scioperi e le lotte vanno collegate all'azione sindacale in azienda, dove bisogna contrattare affinché la produttivitè si costruisca con la qualità degli investimenti, mentre puntare sulla precarietà non rappresenta un investimento sul futuro", lo ha detto Camusso nel suo intervento conclusivo dal palco di San Giovanni. "Qualcuno – ha aggiunto – ci dice che i lavoratori che rappresentiamo noi sono quelli forti e tutelati: bene vorrà dire che metteremo la forza e l'esperienza che abbiamo acquisito in tanti anni di lotta a disposizione dei lavoratori più deboli o addiriittura invisibili".
Camusso si è rivolta anche a Confindustria: "Gli industriali dicono che dobbiamo stare insieme. Ma perché non dicono una parola quando le industrie vanno all'estero? Perché rifiutano le clasuole sociali nei cambi di appalto? Probabilmente perché hanno sposato l'idea che basta intervenire sull'articolo 18...". Poi, rivolta a Renzi, la leader Cgil ha detto: "Al presidente del Consiglio, che vedremo lunedì, dico che noi non abbiamo nostagia della concertazione, perché questa si può esercitare quando si condividono obiettivi e finalità. Non è così: la nostra idea del paese è diversa da quella di questo governo. La nostra si fonda sui diritti e sul lavoro e su questo chiediamo confronto e contrattazione".
"Sappiamo – ha concluso –, che la situazione non è semplice, ma la nostra vertenza è solo l'inizio di un cammino. Nessuno, neanche il governo, può cancellare la voce del lavoro. Ci vedremo ancora, in piazza e negli scioperi che faremo. Al lavoro e alla lotta, dunque".
25 ottobre, Camusso: siamo solo all'inizio della nostra battaglia per il lavoro
25 ottobre 2014 • 00:00