Quattro lavoratori, tra tanti, in marcia verso San Giovanni. Angelo Castria, 56 anni, insegnante di Matera: "Sono qui con la Cgil per fermare lo scempio dei diritti che potrebbe presto verificarsi. Bisogna fermare Renzi: le riforme bisogna farle ma ci vuole equilibrio". Ansir, 32 anni, pakistano da Carpi (Mo): "Sono disoccupato da tre anni. Non c’è piu lavoro neanche in Emilia Romagna. Prima lavoravo per la raccolta delle pere, ora non più. Sono qui per il lavoro". Interessante anche la storia di Cristian Setti, 38 anni, di Reggio Emilia, piccolo imprenditore: "Prima facevo l'operaio – racconta –, poi mi sono messo in proprio, ho una piccola officina metalmeccanica con tre addetti. La manovra del governo non va bene, abbassare i salari e ridurre i diritti non danneggia solo i lavoratori, ma anche gli imprenditori. Togliere l'articolo 18 rende i lavoratori più ricattabili".
Elisa Scanavini, invece, è impiegata in un'azienda chimica di Finale Emilia e ha 35 anni: "Ho due bambine piccole e sono qui per difendere il mio posto di lavoro contro cancellazione dei diritti e il precariato. Da noi, dopo il terremoto, la situazione è ancora più critica e l'economia non è ancora ripartita".