Saranno a riposo "forzato" i dipendenti del pubblico impiego e il personale di polizia, il 17 marzo, festa dell’Unità d’Italia. Dopo le polemiche sui costi che avrebbe comportato per P.a. e imprese, lo scorso 18 febbraio il governo ha stabilito con un decreto legge che il 17 marzo non si lavorerà, a patto però di utilizzare la copertura finanziaria di una ex festività soppressa, quella del 4 novembre. Da qui è nato però un problema interpretativo sulla natura di questo giorno di "ferie" per i dipendenti della P.a, tanto che alcuni Comuni hanno scritto a Palazzo Vidoni per chiedere delucidazioni.

A chiarire ogni dubbio è stato il ministro della Funzione pubblica, Renato Brunetta, ricordando in una circolare inviata nei giorni scorsi a tutte le amministrazioni che "l’effetto derivante dalla compensazione tra 17 marzo e 4 novembre si risolve nella circostanza che i lavoratori non potranno disporre in piena libertà, secondo le loro esigenze, di tutte e quattro le giornate di riposto compensativo". In altre parole, il giorno in cui recuperare una quattro festività soppresse, di solito scelto dal lavoratore, per quest'anno è stato imposto al 17 marzo.