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“Il lavoro pubblico è una risorsa strategica per il Paese: senza ulteriori impegni economici per il rinnovo del contratto e un cambio di quadro normativo sarà inevitabile la mobilitazione della categoria”. È quanto afferma il segretario generale Flc Cgil, Francesco Sinopoli, alla manifestazione che oggi vede scendere in piazza SS. Apostoli, a Roma, Cgil, Cisl e Uil per chiedere il rinnovo dei contratti pubblici.
“Servono investimenti per ridare prestigio e autorevolezza alle istituzioni pubbliche della conoscenza – continua il dirigente sindacale –. Fra mantenimento dell'elemento perequativo, assorbimento dell'indennità di vacanza contrattuale, finanziamenti accessori alle forze di polizia, le risorse stanziate finora nella legge di Bilancio per il rinnovo contrattuale 2019-21 consentono aumenti medi nel triennio purtroppo ancora lontani dagli impegni presi dal presidente Conte il 24 aprile scorso. Gli ulteriori 200 milioni promessi dal presidente del Consiglio nell'incontro del 9 dicembre a Palazzo Chigi, con Cgil Cisl e Uil, sono un primo passo, ma non bastano a raggiungere quegli aumenti a tre cifre per il personale dell'istruzione, promessi a più riprese da esponenti del governo. Nel settore della conoscenza c'è una vera e propria emergenza salariale che non ha eguali negli altri settori della pa”.
“Perciò – conclude il sindacalista – c'è bisogno di un'intesa più ampia, che impegni l'esecutivo a investire nel sistema pubblico d'Istruzione per rinnovare adeguatamente i contratti, valorizzare le professionalità e migliorare le condizioni di lavoro, modificare l'attuale quadro normativo nel rapporto fra legge e contratto e rafforzare la collegialità del lavoro. Se ci sarà quest’impegno, allora si potranno creare le condizioni per un contratto che restituisca prestigio a oltre un milione di lavoratori di scuola, università, ricerca e Afam. Diversamente, per il sindacato si aprirà una fase di forte mobilitazione di tutta la categoria, al fine di restituire dignità ai lavoratori, ma, soprattutto, rilievo e centralità all'Istruzione per il bene dell'intero Paese”.
“Servono investimenti per ridare prestigio e autorevolezza alle istituzioni pubbliche della conoscenza – continua il dirigente sindacale –. Fra mantenimento dell'elemento perequativo, assorbimento dell'indennità di vacanza contrattuale, finanziamenti accessori alle forze di polizia, le risorse stanziate finora nella legge di Bilancio per il rinnovo contrattuale 2019-21 consentono aumenti medi nel triennio purtroppo ancora lontani dagli impegni presi dal presidente Conte il 24 aprile scorso. Gli ulteriori 200 milioni promessi dal presidente del Consiglio nell'incontro del 9 dicembre a Palazzo Chigi, con Cgil Cisl e Uil, sono un primo passo, ma non bastano a raggiungere quegli aumenti a tre cifre per il personale dell'istruzione, promessi a più riprese da esponenti del governo. Nel settore della conoscenza c'è una vera e propria emergenza salariale che non ha eguali negli altri settori della pa”.
“Perciò – conclude il sindacalista – c'è bisogno di un'intesa più ampia, che impegni l'esecutivo a investire nel sistema pubblico d'Istruzione per rinnovare adeguatamente i contratti, valorizzare le professionalità e migliorare le condizioni di lavoro, modificare l'attuale quadro normativo nel rapporto fra legge e contratto e rafforzare la collegialità del lavoro. Se ci sarà quest’impegno, allora si potranno creare le condizioni per un contratto che restituisca prestigio a oltre un milione di lavoratori di scuola, università, ricerca e Afam. Diversamente, per il sindacato si aprirà una fase di forte mobilitazione di tutta la categoria, al fine di restituire dignità ai lavoratori, ma, soprattutto, rilievo e centralità all'Istruzione per il bene dell'intero Paese”.