“Negli ultimi dieci anni abbiamo perso 9.000 posti di lavoro e il nostro territorio vanta la più alta percentuale nazionale di lavoratori cassintegrati. La situazione è davvero preoccupante e il declino inarrestabile, se pensiamo che un tempo era ritenuta la capitale industriale del Paese. Perciò, abbiamo deciso unitariamente con Cisl e Uil di lanciare la 'vertenza Torino', per accendere i riflettori sulle tante vertenze aperte nel capoluogo piemontese, dove tutti i settori sono in difficoltà: dall’industria all’edilizia, dalla grande distribuzione al terziario, dalla sanità alla pubblica amministrazione, con i casi Fca, Embraco, Lear, Manital, Auchan”. Lo ha detto ieri Enrica Valfrè, segretaria generale della Camera del lavoro metropolitana di Torino, ai microfoni di RadioArticolo1. Per riascoltare l’intervista a cura di Roberta Lisi è disponibile il podcast sul sito della radio: https://www.radioarticolo1.it/audio/2019/11/27/42799/vertenza-torino Su Rassegna Sindacale la sintesi: https://www.rassegna.it/articoli/torino-si-unisce-contro-il-declino “Fca è l’emblema della crisi della manifattura, dell’auto e dell’automotive, del suo indotto, di quello che era un settore trainante per la nostra città e non solo. Proprio in questi giorni, si stanno discutendo le modalità con cui si farà il processo di fusione con Psa e noi lo guardiamo con attenzione, perché potrebbe essere un’opportunità per il rilancio di Torino, ma siamo assai preoccupati e vorremmo che il tema dell’industria dell’auto e dell’automotive e il futuro di Fca diventasse una questione nazionale, con il governo parte attiva. Un altro settore particolarmente in crisi sono le costruzioni. Lì occorre sbloccare le risorse per i grandi e i piccoli cantieri, finalizzati soprattutto alla ristrutturazione del nostro patrimonio, contro il dissesto idrogeologico del territorio, duramente provato dalle continue piogge alluvionali di questo periodo”, ha affermato la dirigente sindacale. “Noi pensiamo si debba far ricorso anche ai fondi europei che sono a disposizione, con una programmazione a livello nazionale delle politiche industriali, oltre a risorse pubbliche e private destinate in particolare all’innovazione, per l’auto a guida autonoma e i droni, ma anche per migliorare i processi della pa e magari per intervenire nella ristrutturazione di aziende che devono riconvertire la produzione. Altra questione riguarda il terziario, dove c’è il problema del riassetto della grande distribuzione, con l’acquisizione di Auchan da parte di Conad e la crisi della Carrefour. Una riorganizzazione che rischia di essere pagata cara da lavoratrici e lavoratori che vengono lasciati a casa, oltre a un terziario molto povero, costituito dagli addetti degli appalti, sempre più in difficoltà. In questo comparto, che comprende anche il commercio e il turismo, stiamo lottando per qualificare il lavoro. Altra battaglia da portare avanti, quella degli appalti della pulizia nelle scuole, che deve portare alla stabilizzazione dei lavoratori”, ha continuato la sindacalista. “Poi c’è tutto il tema del lavoro pubblico dei servizi ai cittadini, che avrebbe bisogno di un potenziamento per venire incontro alle esigenze degli utenti. Pensiamo all’assistenza domiciliare alle persone anziane non autosufficienti e non solo. A tal proposito, anni fa si parlava di modello torinese e piemontese, che permetteva una tutela avanzata di queste persone e delle loro famiglie e qualificava anche il lavoro degli operatori. Oggi la carenza di risorse, la riduzione dei trasferimenti da parte della Regione e i tagli al personale hanno fatto saltare tale modello, e siamo arrivati al limite, nel senso che non riescono più a garantire nemmeno i servizi fondamentali per le persone, proprio nel momento in cui di quei servizi ci sarebbe più bisogno, perché la popolazione invecchia e bisogna garantire a tutti condizioni di vita dignitose. Il vero problema, però, è creare occupazione nel nostro territorio e permettere così ai giovani di rimanere in città. Perciò, proviamo a mettere insieme le forze, sindacati, imprese, istituzioni, associazioni per invertire il declino. Cominciando da un censimento delle risorse a disposizione per utilizzarle in modo mirato per creare occupazione; poi evitare che chiudano le realtà produttive e si perdano le attività; infine, qualificare il lavoro, soprattutto nel terziario, e una grande attenzione al lavoro pubblico, garantendo i servizi ai cittadini”, ha concluso l’esponente Cgil.
Vertenza Torino
Novemila occupati in meno in dieci anni, tanta cassa integrazione in quella che era la capitale industriale del Paese. Declino e crisi vanno arrestati con una proposta per lo sviluppo del territorio. Con Enrica Valfrè, Cdlm. A cura di Roberta Lisi
27 novembre 2019 • 10:58