"L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”. Parole chiare quelle dell’articolo 11 della nostra Costituzione, ma non sempre rispettate e condivise. Perché se lo fossero come si giustificherebbe il costante aumento delle spese militari del nostro Paese? E ancora: perché vendiamo armi all’Arabia Saudita che le usa da anni nella guerra in Yemen? COLOR ARCOBALENO. “Per questo domani tanti cittadini invece di andare alla consueta parata militare ai Fori Imperiali a Roma, coloreranno decine di piazze in Italia con la bandiera della pace per chiedere che le spese militari e l’impiego delle forze armate rientrino nel dettato costituzionale”, sottolinea ai microfoni di RadioArticolo1 Mao Valpiana del movimento nonviolento. SPESE PAZZE. Le molte associazioni che aderiscono alle iniziative in giro per il Paese sottolineano come i 25 miliardi di euro che saranno impiegati anche quest'anno per le spese militari vadano contro la Costituzione. Raul Caruso, docente all’Università Cattolica di Milano, ai nostri microfoni sottolinea come “la spesa in armamenti limita sviluppo e democrazia”. Stefano Milani
Un 2 giugno di pace
La Festa della Repubblica per dire no guerre e spese militari. Mao Valpiana (movimento non violento): “L’articolo 11 della Costituzione parla chiaro”. Raul Caruso (Università Cattolica): “Le armi aumentano l’insicurezza”. A cura di Stefano Milani
1 giugno 2018 • 11:57