Contro il declino, Torino scende in piazza. È solo una prima volta di un percorso di mobilitazione unitaria che questa sera parte da piazza Arbarello ma che si concluderà solo quando il lavoro otterrà quelle risposte che mancano da troppo tempo. È la vertenza Torino, annunciata da Cgil, Cisl e Uil. Secondo gli ultimi dati il capoluogo piemontese è fanalino di coda per ricchezza prodotta, se messo a confronto con le altre città del centro nord. In dieci anni, 9000 persone dell'area metropolitana non risultano più occupate. E dall'inizio della crisi, il all’ombra della Mole c’è un unico primato: quello della cassintegrazione. Torino è la città più cassaintegrata d'Italia. Un quadro desolante denunciato dalla segretaria generale della Camera del lavoro Enrica Valfrè. Anche L'arcivescovo di Torino, Cesare Nosiglia, ha dato il suo sostegno all’iniziativa dei sindacati. Figlio di un operaio lui, figlio di una tuta blu della Piaggio. Torino e i motori, un legame inscindibile. Per Edi Lazzi, alla guida della Fiom Cgil provinciale, saranno tantissime le fiammelle accese dai metalmeccanici: dalla Embraco a Fca, si tratta di lavoratori che non vogliono solo difendere il lavoro perduto ma chiedono di guardare dritti al futuro con tante proposte: scommettere sull’automotive, sul motore elettrico, sulla produzione di batterie, sulle energie rinnovabili. Senza dimenticare che Torino ha molto da offrire al Paese anche nei servizi, nel turismo. Anche a Torino nessuno si salva da solo.
Torino chiama Italia
La città sta attraversando una fase socio-economica delicata. Una crisi senza uscita che determina l’aumento delle disuguaglianze, del disagio e delle povertà. Con i segretari di Cgil e Fiom provinciali, Enrica Valfrè e Edi Lazzi
13 dicembre 2019 • 16:51