da Rassegna sindacale Oggi si celebra la Giornata mondiale del rifugiato, per un fenomeno globale, ma che colpisce soprattutto i paesi più poveri. Infatti, l’85% dei rifugiati vive in paesi del sud del mondo e gli sfollati sono oltre 68 milioni, una tendenza in crescita da cinque anni. "È importante che i paesi del nord del mondo capiscano che l’asilo è un’ancora di salvezza per tutti, oltrechè un diritto fondamentale per tutti: ricordiamo che ne hanno beneficiato tanti europei dopo la Seconda guerra mondiale. Chiunque può trovarsi in una situazione di difficoltà dovuta alla guerra, alla carestia, alla violenza. Purtroppo, i rifugiati sono diventati una vera e propria valuta politica, e questa è una pessima notizia, sia per le persone che fuggono che per le persone che devono accogliere, perché c’è una sorta di manipolazione che rende sempre più difficile il dialogo”. È quanto ha affermato Carlotta Sami, portavoce dell’Unhcr, intervenuta nella trasmissione ‘Speciale rifugiati’ di RadioArticolo1. “Dobbiamo ribaltare lo slogan ‘aiutiamoli a casa loro’ in ‘smettiamo di bombardarli a casa loro’. Questo è il punto chiave, perchè con la pace si potrebbe ridurre tantissimo il numero delle persone in fuga e migliorare la situazione di milioni di persone. Altro mito da sfatare, quello dell’emergenza: chi lo fa, parla per soffiare sul fuoco. In Italia sono diminuiti di oltre il 70% gli arrivi dal mare e anche le domande d’asilo - poco più di 30.000 finora quest'anno - sono calate drasticamente. Si fa un uso distorto della realtà ai fini della comunicazione politica. Il fatto che continuino gli sbarchi irregolari non è altro che il riflesso di un fenomeno strutturale, che peraltro si è ridotto drasticamente nell’ultimo quinquennio. Oltretutto, l’Italia non è il solo paese a gestire gli sbarchi, ci sono anche Grecia e Spagna, con 15.000 sbarchi ciascuno. Comunque, il quadro è destinato a migliorare, grazie anche ai 250 giovani esperti italiani inseriti nelle commissioni per l’asilo, sotto l’egida del ministero dell’Interno - tra l’altro formati da noi -, che aiuteranno a smaltire l’arretrato delle domande presentate negli anni scorsi. I paesi europei dovrebbero capire che cooperare di più potrebbe aiutare a intervenire meglio nei paesi del sud del mondo, mentre imporre chiusure nette potrebbe ripercuotersi negativamente sulla tenuta stessa dell’Ue”, ha rilevato Sami. “In Italia esiste un problema generale per quanto riguarda la tutela del lavoro in generale, ma in modo particolare per le fasce più deboli, in questo caso anche i rifugiati. Giorno dopo giorno, assistiamo a una precarizzazione sempre maggiore del lavoro e di conseguenza a un attacco ai diritti dei lavoratori. Questo ha portato in alcuni settori e in alcuni lavori a una condizione di autentica schiavitù. Dinnazi a tutto ciò, la Cgil ha messo in campo tutte le sue potenzialità, riuscendo a fare qualche passo avanti con la legge sul caporalato, con una serie di misure che in qualche modo intervengono per dare una tutela maggiore a chi lavora. È un percorso che è stato tracciato e che stiamo portando avanti, che comprende anche l’accoglienza dei lavoratori migranti, per far sì che abbiano una situazione di vita dignitosa”, ha sostenuto Kurosh Danesh, responsabile ufficio immigrazione Cgil. “Nel contempo, tramite la nostra rete di Camere del lavoro e uffici territoriali, cerchiamo di dare un supporto legale ai richiedenti asilo che arrivano nel nostro Paese senza documenti e che hanno bisogno di una protezione internazionale. Non dimentichiamoci che quella dei rifugiati è una questione mondiale e quindi serve una politica di sostegno da parte degli istituti mondiali, a partire dall’Onu, che superi la Convenzione di Ginevra, perché ormai i motivi elencati in quella convenzione – ad esempio quelli ambientali, come la desertificazione - vanno allargati e aggiornati. Nello stesso tempo, l’impegno dell’Ue è carente a livello di gestione dei rifugiati, così come non funziona l’organizzazione italiana sull’accoglienza, malgrado i numeri molto contenuti dei richiedenti asilo , con l’aggravante della propaganda negativa che sta facendo in questo periodo il neoministro Salvini”, ha concluso Danesh.
Siamo tutti rifugiati. Lo Status di diritto
Intervengono Carlotta Sami, Unhcr; Tareke Brhane, Comitato 3 ottobre; Kurosh Danesh, Cgil; Mussie Zerai, missionario; Moussa, rifugiato
20 giugno 2018 • 12:03