Oggi gli operatori dei call center siciliani si sono fermati per l'intera giornata con al al loro fianco le categorie della comunicazione di Cgil, Cisl e Uil. Hanno sfilato per le vie del centro di Palermo, raggiungendo piazza della Prefettura per un comizio finale in cui sono tornati a chiedere una regolamentazione del settore contro le delocalizzazioni selvagge e per sollecitare il governo nell'approvazione di emendamenti che garantiscano la crescita di questo comparto fondamentale delle telecomunicazioni. Non si tratta della prima mobilitazione delle cuffiette siciliane: martedì scorso, i lavoratori di Almaviva, con una fiaccolata, hanno chiesto che Palermo e la Sicilia non perdano occupazione, posti di lavoro e prospettive di crescita e che i lavoratori possano continuare a lavorare dignitosamente senza bisogno di emigrare. Prossimo appuntamento della vertenza: martedì prossimo, 4 febbraio, al Ministero dello sviluppo economico. Per quella data la sottosegretaria, Alessandra Todde, ha convocato le principali società committenti. L'obiettivo del tavolo è analizzare il rapporto degli operatori del settore con le aziende sulle tematiche relative ai lavoratori, alla qualità del servizio e alla delocalizzazione. (a cura di Davide Colella)
Piange il telefono
Nel capoluogo siciliano la manifestazione degli operatori dei call center per sollecitare il governo nell'approvazione di emendamenti per frenare le delocalizzazioni e la perdita di posti di lavoro. Con Massimiliano Fiduccia, Slc Cgil Palermo
28 gennaio 2020 • 12:59