Doveva essere il vertice del cambiamento per l’Italia e per l’Europa per negoziare un compromesso, per stabilire linee-guida precise sui flussi migratori nel Mediterraneo, per resettare un cortocircuito che rende impossibile la gestione dei 700mila migranti che dal 2013 sono sbarcati sulle nostre coste. E invece il vertice di Bruxelles di giovedì notte si è rivelato un’ennesima occasione sprecata. UN VERTICE VUOTO. Unanime il giudizio delle ong. Ai microfoni di RadioArticolo1, Francesco Petrelli, responsabile delle relazioni istituzionali di Oxfam Italia e portavoce di Concord Italia, parla di "ennesima occasione persa. Con l'Europa che ha deciso di non decidere, e lo ha fatto sulla pelle di migliaia di persone". PONTI NON MURI. Due sono, secondo il nuovo direttore del Consiglio italiano per i rifugiati Mario Morcone, le strade lunghe le quali i governi europei dovrebbero lavorare per affrontare in maniera efficace il fenomeno della gestione flussi. "Bisogna poi creare corridoi umanitari, come ha fatto Sant'Egidio, così da individuare le persone che hanno un reale diritto all'asilo e farle arrivare in Europa senza rischi per la loro vita". La seconda strada è quella indicata dalle associazioni che da anni chiedono l'abolizione della legge Bossi-Fini sull'immigrazione. "È una questione irrinunciabile", sottolinea l'ex prefetto ai microfoni di RadioArticolo1. Stefano Milani
L'Europa oltre Dublino
Il vertice di Bruxelles non ha risolto le divisioni tra gli Stati. Resta la linea dura su migranti e ong. Intervengono Mario Morcone, Cir; Francesco Petrelli, Concord; da Malta, Maria Di Domenico, associazione Kopin. A cura di Stefano Milani
2 luglio 2018 • 11:57