L'autunno che sta per arrivare rischia di essere rovente dal punto di vista del rischio perdita di occupazione proprio a causa delle numerose situazioni di crisi che investono il territorio del Lazio. 400 dipendenti di Sipro, 70 di Securpol, 160 di Città di Roma. I primi licenziamenti, oltre 150, sono in programma a partire da ottobre. La crisi dei servizi riguarda anche società come Ericsson dove sono a rischio quasi 200 dipendenti; o la Sogin, società di pulizia industriale, con quasi 30 addetti; o i 163 dell'ippodromo di Capannelle e i 250 di Condotte in attesa di conoscere il loro destino. La crisi non risparmia il distretto di Pomezia dove 80 addetti della B.E. Solution, azienda di servizi IT, rischiano il posto perché senza clausola di salvaguardia: se finisce una commessa, si va a casa. In due anni, secondo l'Osservatorio della Cgil, c'è stata una contrazione di oltre 206mila contratti. E potrebbe peggiorare. A preoccupare i sindacati è anche il destino delle società partecipate dal Comune, soprattutto Multiservizi, Farmacap e le aziende di ristorazione scolastica e servizi Atac: un bacino di quasi 10mila lavoratori dal futuro incerto che la sindaca Raggi è chiamata a risolvere al più presto. Quando pensiamo alle situazioni di crisi dobbiamo pensare anche agli effetti delle chiusure e delle delocalizzazioni che abbiamo raccontato nei mesi scorsi: i 1666 operatori del call center Almaviva. Le centinaia di dipendenti Sky posti di fronte alla decisione tra essere lasciati a casa o trasferiti a Milano. Le centinaia di posti andati in fumo alla Fiat di Cassino. Andando un po' più indietro nel tempo la Videocon di Anagni. Migliaia di posti considerando solo pochi casi.
Lazio: l’autunno caldo del lavoro
Con Claudio Coltella, Fillea; Alfredo Sarrocco, lavoratore distretto del travertino; Stefania Sposetti, Filt; Giovanni Gioia, Filcams, Ela Balsamo, Rsa Ma.ca; Flavio Benedetti, Rsa Coop Pomezia. In studio Donatella Onofri, Cgil Roma e Lazio
21 settembre 2018 • 13:01