Un rapporto realizzato dall’organizzazione internazionale ActionAid e dalla Fondazione Openpolis dal titolo significativo, “La sicurezza dell’esclusione – Centri d’Italia 2019”, conferma che il decreto del primo Governo Conte ha portato la contrazione dei diritti dei migranti e un cambio di prospettiva sul ruolo del Terzo Settore, che da una funzione di sussidiarietà e sostegno passa a quella del controllo anche a causa del taglio dei servizi per l’integrazione. Bandi che vanno deserti, accoglienza diffusa smantellata - benché rivelatasi virtuosa in molti centri urbani - posti di lavoro persi. Per Michele Vannucchi, analista politico di Openpolis, è ora necessario che il governo “decida di formulare un nuovo capitolato di gara, diverso da quello dell’ex ministro Salvini, che taglia i fondi a tutti i tipi di centro e non prevede servizi di integrazione a particolare svantaggio dell’accoglienza diffusa”. Un sistema, quest’ultimo, che “favorisce l’integrazione e moltissimo le comunità locali, perché anziché confrontarsi con un enorme centro e con un forte impatto sulla vita degli abitanti, si rapportano con piccoli appartamenti e con un impatto molto relativo sul territorio” L’elemento occupazionale è di altrettanto rilievo, spiega Vannucchi, e infatti “gli attori del terzo settore che hanno deciso di continuare a partecipare ai bandi lo hanno fatto per limitare la perdita dei posti di lavoro”.
La sicurezza dell’esclusione
Un rapporto di Action Aid e Openpolis rivela gli effetti negativi dei cambiamenti prodotti dal decreto Sicurezza sul sistema di accoglienza dei migranti. Interviene Michele Vannucchi, analista di Openpolis. A cura di Simona Ciaramitaro
9 gennaio 2020 • 12:24